Home » Un caso di coscienza 4, riassunto quinta puntata

Un caso di coscienza 4, riassunto quinta puntata

La quinta puntata di Un caso di coscienza 4, intitolata In un vicolo cieco, si apre con un auto che si inabissa in mare. All’interno dell’abitacolo c’è il corpo inerme di un uomo. L’uomo viene riconosciuto dalla moglie disperata.

Nel frattempo: ora che Rocco e Lea hanno rischiato la vita nell’attentato dinamitardo, il magistrato ha deciso di riaprire il caso; Luca e Alice sembrano sempre più vicini e la loro relazione viene scoperta anche da Rocco.

Tornando al caso. L’uomo morto in mare era un imprenditore di pellami che aveva una situazione finanziaria pessima (le banche stanno per portarsi via tutto compreso l’azienda), di cui la moglie non era assolutamente a conoscenza. L’unico modo per capirci qualcosa è aprire dei file protetti sul computer del defunto, ma questi sono protetti da una password che nemmeno la signora conosce.

Intanto alla donna arriva una lettera contenente la polizza di assicurazione sulla vita del marito, che a questo punto potrebbe essersi suicidato per salvare l’azienda. La donna non ci pensa due volte a recarsi in banca per riscuotere i soldi, ma ovviamente, se l’uomo risultasse morto per suicidio, la banca non pagherebbe un euro. Come al solito l’unico che può fare qualcosa per il parente disperato della vittima è Rocco: così anche questa volta il nostro eroe (o meglio Alice nella fattispecie) accetta il caso.

Le indagini portano a scoprire che l’auto dell’imprenditore era stata manomessa e i freni resi inutilizzabili: è omicidio a tutti gli effetti. Il primo indiziato è l’ex amministratore licenziato poco tempo prima dall’azienda. L’uomo ammette di aver minacciato il defunto, perché era stato mentre frodava l’azienda, ma nega ogni coinvolgimento nell’omicidio. Ad incastrarlo, però, ci sono le sue cesoie che corrispondono a quelle che hanno tagliato i freni.

Tra un’indagine e l’altra Alice e Luca si vedono ancora: quest’ultimo, informato di ogni tipo di relazione che ha avuto la donna, non perde tempo per spiattellargliele tutte in faccia. La donna gli rinfaccia di essere complice delle nefandezze della madre. La bella scenetta viene vista da Virgilio che avvisa Rocco, il quale ha trovato nella cassaforte di Alice la prova che Luca è azionista della banca che ha rilevato la tenuta Ranieri: Alice ha tradito tutti!

Torniamo all’imprenditore morto. L’uomo ha tagliato da solo i freni per simulare l’omicidio! Proprio quando sembra tutto finito, grazie all’ex amministratore si riesce ad accedere ai documenti criptati del pc dell’uomo e qui si scopre che la banca si stava comportando da strozzino nei confronti dell’imprenditore. Rocco dice ad Alice di cercare, attraverso il giornale, altre possibili vittime della banca.

Al processo la banca assicura di aver agito nella legalità, mentre Alice controbatte che ci sono stati tentativi di corruzione. Una dipendente ammette di aver suggerito il mutuo a tasso variabile pur andando contro l’interesse del cliente. Prima della seconda udienza Alice trova altre vittime della banca che sono pronte a testimoniare. Rocco, riguardando le mail del direttore di banca scopre che c’è uno smile che compare e scompare a seconda delle lettere. Che sia un codice cifrato? Alice prova a scoprilo chiedendo alla dipendente di banca che aveva testimoniato.

La donna, poi, incontra Luca, che si scusa con lei e le rivela di aver scelto di abbandonare lo studio della madre, per amore! I due si baciano. Virgilio, nel frattempo, scopre che la cimice trovata nello studio è di prima qualità.

Tornando al processo: Alice ripropone la tesi della banca che convinceva la gente a sottoscrivere mutui a tasso variabile per portarli alla rovina. Sul banco dei testimoni viene chiamato il direttore d’agenzia che viene accusato di utilizzare lo smile per segnalare quali pratiche ritardare. L’avvocato difensore nega tutto, ma quando viene proiettato un video in cui è lo stesso direttore, ubriaco, a nominare le procedure di dilazione delle pratiche da ritardare, non c’è più nulla da fare: il direttore accusa i capi della banca, che vengono condannati.

Finita la causa si torna a parlare del caso che ci accompagna da inizio serie: Rocco riesce ad avere, grazie alla microspia trovata, il mandato per perquisire la sede del trafficante. Peccato che Randazzo, prima di andare sul luogo avvisi personalmente Francesca della perquisizione e dia il tempo alla donna per far sparire tutti i documenti che potrebbero incriminarli. Intanto un hacker ingaggiato da Tasca riesce a entrare nell’istituto di medicina legale e a scoprire che la notte della morte di Erica furono fatti due referti. Rocco capisce che quello firmato dal dottor Sella è fasullo. Mentre l’avvocato torna a casa per cercare la memoria tascabile di Erica due ceffi lo seguono.

Lascia un commento