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La tv cambia in peggio, chi pensa agli spettatori?

 Oppresso da logiche opportunistiche tipiche della politica da una parte e dalle non certo migliori esigenze di fare cassa a tutti i costi dall’altra, il sistema televisivo italiano in questi ultimi tempi sta subendo una serie di sommovimenti che lo scuotono dalle fondamenta. Continua incessante la rivoluzione digitale che ha reso felici produttori di televisori e decoder, un po’ meno i diretti interessati, quei telespettatori spesso anziani e poco competenti (non per colpa loro) costretti a ripetute sintonizzazioni di canali che spariscono e ricompaiono senza una collocazione fissa.

Come è possibile che un evento così importante, storico addirittura, quale la conversione del segnale da analogico a digitale sia stato pianificato in maniera a dir poco frugale, senza stabilire una numerazione definitiva sul telecomando? Risultato la “scomparsa” di Rainews, giustificata da motivi tecnici, dalla maggior parte delle tv d’Italia durante il recente switch over lombardo, da aggiungere a una generale riorganizzazione (leggi cambio di numero) dei canali stessi anche nelle regioni non interessate.

Sul satellite lo scontro Sky-Mediaset ha assunto toni cruenti: da qualche giorno il segnale di Canale 5 al mattino è criptato, una scritta invita i teleutenti a trasferirsi sulla piattaforma Tivù Sat creata apposta per fronteggiare l’avanzata del colosso di Rupert Murdoch. Mediaset risponde così all’introduzione della digital key sui decoder Sky. La chiavetta consente di ricevere tutti i canali trasmessi in chiaro sul digitale terrestre, iniziativa poco gradita al Biscione il quale probabilmente sta contemplando altre misure di ritorsione, anche i questo caso si denota poca sensibilità nei confronti di coloro che con il telecomando sono in grado di modificare i delicati equilibri del mercato tv : gli spettatori.

Cosa dire poi degli sconvolgimenti in seno all’informazione del servizio pubblico? Al Tg1 il direttore Augusto Minzolini con la scusa del rinnovamento sta epurando la testata di tutte le residue sacche di resistenza nei confronti del suo piano editoriale, quello per inciso che gli sta facendo perdere fior di ascoltatori, al punto che la stessa Maria Luisa Busi, uno dei volti più noti del telegiornale di Raiuno ha deciso di defilarsi non riconoscendosi più in un tg cosi sfacciatamente filogovernativo. Il Tg2 sciopera per gli insopportabili ostacoli logistici, mentre Rainews lo farà il prossimo 31 maggio per i già citati problemi di ricezione.

Ormai sembra un tutti contro tutti, si polemizza in un clima da farwest degno dei migliori film del genere. Michele Santoro saluta Annozero con una buonuscita milionaria, abbandona la nave prima che affondi? Può darsi, fatto sta che dal prossimo anno la tv sarà privata di uno dei suoi programmi più apprezzati (sebbene non sia ancora certo). Neanche il puro intrattenimento risulta avulso dal clima surriscaldato degli ultimi tempi, Simona Ventura si sente trascurata e dopo l’evidente insuccesso dell’ultima (e costosissima) edizione dell’Isola dei famosi minaccia di dileguarsi. Cosa bisogna aspettarsi nei prossimi mesi? Siamo davvero certi che a coloro alla ricerca nel mezzo televisivo di un minimo di serenità, in un più generale clima di depressione interessi tutto questo? O non sarebbe il caso che la tv in toto facesse un minimo di esame di coscienza?

3 commenti su “La tv cambia in peggio, chi pensa agli spettatori?”

  1. Leggo spesso il blog, ma non sono ancora riuscito a capire come mai continui a scriverci il sig.Mauri. Francamente penso che l’atttacco alla digitalizzazione delle frequenze sia del tutto gratuito, e che una maggiore informazione di cosa stia avvenendo sia da aversi prima di scrivere. Il fatto che il passaggio al digitale serva, prima che per avere più canali, per avere interattività (ottimo esempio è il canale on demand fatto da La7 gestibile da chiunque su TV con decoder MHP connesso ad internet), qualità e frequenze disponibili per la trasmissione dati in mobilità non mi sembra che sia chiaro a chi scrive.
    Quanto a non avere una numerazione pre-decisa sul telecomando, anche sull’analogico non si aveva, e spesso si preferisce mettere i canali che più guardiamo ai primi posti. Le risintonizzazioni sono poi gestite in automaico da decoder e TV di qualità.
    Per i personaggi, dire che Annozero è uno dei programmi più apprezzati è estremamente azzardato, poichè troppo fazioso per essere giudicato buono, in quanto alla Ventura la sua dipartita dagli schermi non può che essere accolta con gioia dagli amanti della TV di qualità.
    Forse è proprio da quì che la TV dovrebbe partire per andare verso un miglioramento dei suoi programmi, altrimenti perderà sempre di più pubblico a favore di quello che si trova sulla rete.

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  2. Non discuto il passaggio al digitale, ma le modalità “alla carlona” con cui viene gestito tipico del Paese in cui viviamo, quanto a Santoro non sono io ad affermare che è tra i programmi più apprezzati ma i dati d’ascolto.Riguardo la critica mossami dal nostro lettore ritengo che i commenti siano sempre ben accetti di qualunque natura siano.

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  3. Il passaggio al digitale viene fatto mlto meno “alla carlona” di quantnto appaia. I problemi tecnici sono tali e tanti che lo switch in queste modalità e tecnicamente un lavoro pregevole. Quello che mi meravigliava e che di questo non si renda conto un addetto ai lavori, che invece fa delle affermazioni che appaiono un po qualunquiste.
    Quanto alla trasmissione di Santoro è seguita solo da chi vuole sentrirsi dire le sue affermazioni in maniera acritica, chi cerca informazione di qualità (perchè Annozero dovrebbe essere un programma giornalistico, ma in realtà non lo è) molla Santoro, Vespa & c.e se la cerca altrove.

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