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Pechino Express 2, Costya e Giovanni Teodori (I Figli di)

Nella terza puntata di Pechino Express, sono entrati i figli di Gigliola Cinquetti (ribattezzati I Figli di… ). C’è da dire i due ragazzi, da subito, hanno dimostrato di essere simpatici quanto un calcio sugli zebedei e nessun concorrente ha faticato a nascondere l’antipatia nei loro confronti. Tuttavia, i due nella puntata di ieri sono stati vittime di battute un po’ pesanti. Ma andiamo a conoscerli meglio.

Costantino (nel programma sarà Costya, per non confondersi con il conduttore) è nato nel 1984. descrive la sua famiglia “culturalmente indirizzata”: dal padre ha avuto un’impostazione classica e grazie alla madre ha sviluppato il suo lato artistico. Costantino, per via del suo carattere indipendente e libero, ha avuto diversi scontri con i genitori quando era giovane, soprattutto per l’imposizione a frequentare il liceo classico anziché l’artistico: “Mia madre, essendo una cantante, ha sempre cercato di farmi evitare il mondo dell’arte, ma a me è sempre piaciuto”. Ha studiato Architettura in Svizzera, laureandosi nel 2010. Attualmente è impegnato in diversi progetti come libero professionista. Da due anni si occupa di installazioni d’arte.

Giovanni è più grande ed è nato nel 1980. I suoi genitori gli hanno trasmesso la curiosità, l’ironia ma soprattutto a pensare in modo autonomo. Laureato in Scienze della Comunicazione e in Giornalismo alla Sapienza di Roma.
Storico di professione, nel 2011 ha pubblicato un libro: Alessandro Pavolini – La vita, le imprese e la morte dell’uomo che inventò la propaganda nazista. Attualmente sta scrivendo il suo secondo libro, incentrato sulla percezione degli italiani in Germania durante l’alleanza italo-tedesca negli anni ’30.

 

Nella puntata di ieri, Costantino Della Gherdardesca li ha definiti “le guerriere di Pechino Express”. Massimo Ciavarro, parlando con il figlio, ha detto “sembrano le femmine dei boy-scout”. Su Twitter, inoltre, è partita la caccia alla battuta più efficace per screditare la loro mascolinità.

Chissà come l’ha presa mamma Gigliola…

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