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Mirabella: le fiction negli ospedali fanno schifo…ma lo schifo è un altro

 Michele Mirabella, dal palco del festival della salute di Viareggio, affonda i medical drama: il conduttore di Elisir non usa mezzi termini e, secondo quanto riporta Adnkronos, ne ha veramente per tutti. Il suo esordio fa capire già il suo punto di vista:

A me le fiction negli ospedali fanno schifo. A prescindere dalla fattura o dalla provenienza. Queste serie sono il sintomo di una televisione che è già morta, anche se non glielo abbiamo ancora detto. Forse dovremmo ricoverarla proprio in una delle tante fiction a tema

Il giornalista Rai attacca prima Crimini Bianchi definendola una vergogna, che sparge tanto veleno sull’intera categoria, poi quando si dice che alcuni medici guardino E.R. per aggiornarsi, afferma:

Trovo inquietante che i medici guardino le fiction per sapere cosa fare!

Il festival della salute si trasforma in festival dell’ipocrisia, quando il capostruttura di Raifiction Francesco Nardella ammette la possibilità, che le fiction mediche possano influenzare la lettura critica della realtà di fronte alle tematiche trattate:

Mentre quando si guardano certe scene in un telegiornale si è portati a esercitare un giudizio critico e distaccato, di fronte alle scene di una fiction crollano le difese del telespettatore sulla verità. Per questo dobbiamo esercitare una maggiore responsabilità

Due riflessioni sono d’obbligo. La prima: se la gente crede nelle fiction è colpa della televisione, che spaccia per vero qualsiasi cosa passi, dal reality (che alle spalle hanno decine di autori) alle fiction, che per definizione è qualcosa semmai di verosimile, ma non vero e che si inventa nuovi generi impensabili come la docu-fiction (è come, traslando il discorso su un altro piano creare il caldo freddo). Se la realtà e la finzione si confondono nella mente dello spettatore è perché questo è ciò che vogliono, tanto che il telegiornale informa sempre meno, trasformarndosi da servizio di informazione a informazione più intrattenimento.

La seconda: i direttori e i responsabili di rete, devono smetterla di cambiare il loro punto di vista a seconda delle conferenze a cui si presentano (non vorrei dovervi ricordare tutte le fiction mediche che la Rai trasmette, fregandosene altamente della “maggiore responsabilità che dovrebbe esercitare”, e ), per raccogliere applausi e pensare di più a trasformare il loro pensiero in qualcosa di concreto. A quanto pare, però, cambiano idea come si cambiano i vestiti, tanto la gente fa presto a dimenticare e crede a tutto.

2 commenti su “Mirabella: le fiction negli ospedali fanno schifo…ma lo schifo è un altro”

  1. Michele Mirabella ha facoltà di emettere oracoli ?
    Lettera aperta al conduttore di Elisir
    Egregio Dott. Mirabella,
    leggo con stupore che al recente Festival della Salute di Viareggio ha definito “vergognosa” la fiction Crimini Bianchi in programmazione in questi giorni su Canale 5.
    Come può un uomo di spettacolo e di comunicazione come lei pronunciare un giudizio così tranchant sul lavoro di persone che appartengono al suo mondo senza avere visto, per sua stessa ammissione, neanche uno spezzone della serie?
    E dove è la vergogna? Nel fatto che il tema affrontato è quello dell’errore medico? Che c’è un tabù, un interdetto, una norma morale che lo vieta? O si ha un tale disprezzo dei telespettatori da considerarli incapaci di una propria autonomia di giudizio rispetto a questioni forti?
    La comunità scientifica è ben consapevole che l’errore in medicina esiste ,che è mistificatorio confonderlo con l’evento avverso e che più se ne parla, anche con mezzi eterodossi, meglio è . Chi se ne risente pregiudizialmente ha con tutta probabilità la coscienza in ordine incerto.
    Io non penso che la sua trasmissione sia vergognosa, tutt’altro. Ma penso che se tra una puntata dedicata alla cura dei peli del petto e un’altra alle nuove acquisizioni in chirurgia estetica lei si fosse occupato, ad esempio, della prevenzione del tromboembolismo venoso post chirurgico e internistico, prima causa di morte intraospedaliera, con 11,18 forse 25 mila morti l’anno evitabili ,avrebbe reso un buon servizio alla collettività.
    E magari Walter Vian, morto a Lecco di embolia polmonare dopo un intervento di chirurgia ortopedica per non aver ricevuto alcuna profilassi,farebbe ancora il giudice a Como; Daniela Lanzoni, morta a Bologna per la stessa ragione non avrebbe più il rene che gli era stato asportato per sbaglio ma sarebbe ancora con i suoi cari; Daniela Izzo, morta al Policlinico Umberto I di Roma per embolia polmonare dopo un taglio cesareo senza aver ricevuto alcuna profilassi, avrebbe potuto allevare sua figlia; Adriano Nuccetelli, mio fratello, morto dopo pochi giorni per la stessa causa nello stesso ospedale, in questi giorni starebbe raccogliendo l’uva della sua vigna invece che riposare sotto terra.
    Non se ne faccia una colpa ma nel caso la condivida con Antonio Gaglione , ex Sottosegretario del Ministero della Salute, Livia Turco, ex Ministro della Salute, Ignazio Marino ex Presidente della Commissione Sanità del Senato, Francesco Storace, ex Ministro della Salute. Informati dei fatti non sono stati capaci di produrre il benché minimo contributo alla soluzione del problema della inadeguata profilassi del tromboembolismo venoso negli ospedali italiani. Sarebbe paradossale ma, dati i tempi, è più facile che questo arrivi da una coraggiosa fiction.
    Cordiali Saluti
    Danilo Nuccetelli
    Medico, consulente della produzione di Crimini Bianchi
    Roma 30/09/08

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  2. @ Danilo Nuccetelli:
    Perfettamente d’accordo con Lei mi indigno di fronte all’atteggiamento poco illuminato di Mirabella.
    Una anonima ragazza che vuol fare la sceneggiatrice (magari di una fiction così)

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