Home » Luca Tiraboschi, tv di qualità non esiste e non si sperimenta perché c’è crisi

Luca Tiraboschi, tv di qualità non esiste e non si sperimenta perché c’è crisi

Secondo Luca Tiraboschi la tv di qualità non esiste: in un’interessante intervista rilasciata a Il Venerdì di Repubblica il direttore di Italia 1, oltre ad annunciare l’approdo sulla rete giovane di Mediaset di tre novità, The Mentalist, Fringe e Romanzo Criminale, dice senza mezzi termini che la tv di qualità:

È una palla. Non esiste: è come gli ufo. La qualità è il buon senso, il senso del limite e del gusto. È un fatto astratto, è come un sentimento. Come fai a dire cosa è l’amore?

Tiraboschi nella stessa intervista difende i reality dall’accusa di essere trash e ammette che si sperimenta poco a causa della crisi economica:

Un po’ di appiattimento c’è, ma è causato dalla crisi. È giusto proporre certezze che rassicurino gli investitori. Ciò non vuol dire che una rete come la nostra non sperimenti.

Il direttore di Italia 1, infine, sostiene che Sky sia sopravvalutata (“I soldi Sky, la tv fighetta, li fa con I film porno“) e definisce la sua rete più giovane di Raidue nella programmazione:

Non c’è paragone! Però è una domanda da articolare. Italia 1 è come Livigno. Una zona franca. Un unicum rispetto alle altre generaliste. La nostra identità di rete è la stessa nell’arco delle 24 ore perché abbiamo un filo rosso che lega tutta la programmazione. Non è solo il palinsesto a tema, ma è il concetto di flusso. RaiDue, come le altre, è disomogenea: ha X-Factor e la D’Eusanio, due mondi diversi.

E’ un peccato che Luca Tiraboschi spieghi l’assenza di sperimentazione parlando di crisi (che tra l’altro, secondo il padre del vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, non c’è), perché il bilancio dell’azienda anche quest’anno è stato attivo e le novità in televisione latitano da anni, tanto che si comprano sempre più spesso format dall’estero; è un peccato che Luca Tiraboschi sostenga che non esiste televisione di qualità, mettendo così di fatto tutti i programmi qualitativamente sullo stesso livello; è un peccato che la sua più che condivisibile definizione di qualità (Buon senso, senso del limite e del gusto) spesso non venga presa in considerazione da chi produce certi tipi di programmi, perché in caso contrario si potrebbe iniziare ad intravedere la televisione di qualità. E’ un vero peccato.

Lascia un commento