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L’inchiesta: negli U.S.A. le star si schierano con i candidati alla presidenza, in Italia contro il voto.

Carissimi Lettori,

L’inchiesta di oggi è solo abbozzata: da ieri avevo intenzione di parlare del tema di cui potete leggere l’argomento nel titolo. Ho provato più e più volte a cercare un punto d’inizio e un punto d’arrivo nella mia riflessione, ma alla fine mi sono reso conto, che qualsiasi cosa potessi dire, avrei potuto urtare il vostro punto di vista o essere accusato di antipolitica.

Le premesse vi sono dovute: ieri inizio a preparare il post, pensando di scrivere riguardo qualcosa che potesse essere di vostro interesse. La scelta ricade sulla descrizione degli schieramenti delle star a favore dei vari candidati alle presidenziali americane del 4 novembre. La lista è corposa, la suddivisione molto interessante, ma mi accorgo, alla fine dell’articolo, che sto parlando di gossip e non sto facendo un’inchiesta. Un’inchiesta implica una domanda a cui si cerca di dare una risposta.

La conferma dell’inadeguatezza del post mi vien data all’ora di pranzo: Fiorello a Viva Radio2 attacca la politica italiana, la sua mendacità da campagna elettorale e la sua inefficienza nel risolvere i problemi dei cittadini. Come posso parlare di qualcosa di così scollato dalla nostra realtà, quando in Italia i problemi sono altri?


Guardo le foto di Oprah Winfrey e George Clooney, persone che ci mettono la loro faccia per appoggiare un’idea, prima che un candidato. Rifletto sulla situazione italiana: in televisione per par condicio i messaggi elettorali passano all’interno delle trasmissioni, nascosti (come vi ho dimostrato ieri), i giornalisti fanno domande comode ai politici per tenersi il posto, noncuranti della gente comune, che ha bisogno di risposte e non di demagogia e promesse inutili, e i politici sono le star di se stessi, tutti belli impettiti che parlano di problemi, che loro non dovranno mai affrontare, nei salotti bene di Rai, Mediaset e La7.

La vera Italia viene descritta dai comici: Beppe Grillo da anni combatte battaglie importanti per tutti noi e ora a lui si aggiunge Fiorello. Loro sono quelli del nostro Yes We Can, (noi possiamo), sono coloro che spronano il cittadino a riprendersi il proprio ruolo di protagonista nella società. Loro vengono accusati di antipolitica, (quando a mio parere l’antipolitica è la dittatura, non il sensibilizzare la gente ad un approccio attivo alla politica), loro sono la minaccia al sistema, e se il primo è stato già allontanato da anni dalla televisione, il secondo ha già iniziato a ricevere le stesso trattamento denigratorio.

Concludo la mia riflessione citando il giornalista Edmondo Berselli che commenta per La Repubblica così:

Ci dev’essere una malattia particolare, la botta del comico, il colpo dell’entertainer, o un interruttore nervoso che improvvisamente si incenerisce, un comando neurale che scatta all’improvviso, che a un certo punto induce gli intrattenitori a scendere in campo vociando. Anche in tempi di par condicio, anzi meglio, inaugurando una nuova forma di par condicio: nel senso che come fu per il grillismo, e ora anche per il neonato fiorellismo, i partiti sono tutti uguali, così come sono uguali leader e comprimari, tutti alla pari, tutti ugualmente colpevoli e da indicare al dileggio o alla rabbia del partito dell’audience…Il mai schierato politicamente Fiorello infatti è un perfetto non-politico…

Vi chiedo: se un giornalista può fare il comico, perché un comico non può parlare di politica? Perché la scelta di non votare per una delle parti in campo equivale all’idea di antipolitica?

L’ignavia per Dante era un peccato. Nel caso di Fiorello e Grillo la scelta di non schierarsi è consapevole. I nostri giornalisti pensano di essere all’altezza di Dante per permettersi di giudicarli? A voi la parola.

8 commenti su “L’inchiesta: negli U.S.A. le star si schierano con i candidati alla presidenza, in Italia contro il voto.”

  1. Perché non votare equivale ad essere antipolitico?
    Sicuramente bisogna far mangiare un bel dizionario a chi dice queste cavolate, Io non voto perché la penso come Grillo e Fiorello.

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  2. Quote: “Loro sono quelli del nostro Yes We Can, (noi possiamo), sono coloro che spronano il cittadino a riprendersi il proprio ruolo di protagonista nella società. Loro vengono accusati di antipolitica, (quando a mio parere l’antipolitica è la dittatura, non il sensibilizzare la gente ad un approccio attivo alla politica), loro sono la minaccia al sistema, e se il primo è stato già allontanato da anni dalla televisione, il secondo ha già iniziato a ricevere le stesso trattamento denigratorio.”

    …perchè i comici? perchè un comico, per far ridere deve far satira. La satira è cosa serissima. E’ l’altro piatto della bilancia: da una parte il potere costituito, dall’altra la satira. E’ sempre stato così.

    Quote: “È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene.” lo ha detto la Cassazione (http://it.wikipedia.org/wiki/Satira).

    La politica è nella sua stessa essenza, occuparsi della cosa pubblica: res pubblica. Chiunque si occupi della “cosa pubblica” fa politica. In Italia abbiamo avuto la diseducazione dei partiti politici che hanno fatto sì che inculcassero nella gente il pensiero: i partiti governano il popolo elegge.

    Il cancro della politica (dunque non solo dei partiti) italiana è il consociativismo: sindacati, confindustria, ordini professionali, ecc. ecc.

    Il problema è che il potere è sempre nelle mani di pochi, e quei pochi che ce l’hanno lo distribuiscano, come un’elemosina.

    I cartelli economici e di potere sono ovunque: ci dovrebbe pensare l’informazione a smascherare gli accordi sottobanco. Solo che in Italia l’informazione è “detenuta”. E’ una schiva di un padrone: RAI, scelta dal Governo, Mediaset scelta da una singola persona.

    Coloro che non ci stanno sono tacciati di antipolitica, mentre sono solo un modo dei tanti di fare politica.

    Quanto ci scommettete che il prossimo governo (a prescindere da chi vinca) affermerà che è vietato inserire filmati in YouTube di tutte le reti televisive? me l’immagino di già le motivazioni:

    c’è il copyright!

    per vedere la RAI è obbligatorio pagare il canone, e se ci si ostina a vedere filmati in internet della RAI vuol dire che chiunque guardi quei filmati dovrà pagare il canone!

    la/ non ha mai dato il consenso che tali programmi stiano su YouTube

    I programmi verranno tutti cancellati e si potranno vedere solo sui loro siti internet e solo ciò che loro decideranno di inserirvi.

    Sto esagerando? sapete che il governo Prodi aveva intenzione di parificare i blogger a Editori di giornali, dnque con l’obbligo dell’iscrizione all’albo dei giornalisti, alla etica d tale albo, all’obbligo di pare tasse come se fosse un giornale, ecc.ecc. Se condo voi perchè: per limitare ulterioremnte la libertà d’informazione.

    Semplice: non si vieta. Si limita il più possibile. Così alcuni potrenno continuare a parlare.

    Alcuni: non, tutti.

    E se a qualcuno non gli va? …be’… significa che è contro la politica, che sta facendo antipolitica, che è egocentrico, che non sa cosa dire tranne che parlar male… meglio vedere ciò che ci propina la televisione fra tette e culi…

    …ci dovrebbe pensare Agcom… ma ci sono tutti politici dentro…

    Per forza che la gente ama Grillo: forse non sono neanche tutti d’accordo con lui, ma almeno non è il solito che si schiera in favore del “cartello”!

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  3. fiorello non si è “non schierato”, io direi piuttosto che come elettore si è messo sulla piazza, invitando gli ascoltatori a fare altrettanto. senza guardare partito, schieramento o antipatia, lui come elettore ha offerto il suo voto a chi avesse fatto qualcosa una buona volta per conquistarselo. non ci vedo niente di antipolitica, io ci vedo il succo della democrazia invece.

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  4. Giulio come sempre cattivo (il che mi piace, viva la sincerità). Cecilia condivido la tua lettura della vicenda, anche se temo che con questa provocazione voglia dimostrare l’incapacità di qualsiasi tipo di governo in Italia…

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