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La meteora Taricone nel Paese dalla memoria corta

A pochi giorni dalla tragedia occorsa a Pietro Taricone viene da chiedersi: e adesso? E’ stata una settimana intensa questa, prima la notizia dell’incidente, poi l’opinione pubblica in trepidante attesa di notizie infine il drammatico epilogo, dopodiché abbiamo assistito all’ennesima sceneggiata dell’esposizione mediatica, inesorabile, insopportabile. La vita dell’attore è stata sezionata, fiumi di parole inutili da parte di gente, come gli ex componenti del primo Grande Fratello, snocciolati più per esigenza televisiva che per commemorare un ragazzo simpatico, il cui destino si è rivelato inesorabile.

Intere trasmissioni tv come molte di Mediaset, di cui “o’ guerriero” era indubbiamente creatura, a rimembrare quello che fu, un’immagine che Taricone si era già lasciato alle spalle da diverso tempo, quella che lo ha visto nascere come stella del reality più seguito, dell’amore nascosto sotto l’occhio vigile delle telecamere, delle ragazzine in adorazione, una foto sgualcita che qualcuno ha tentato di tirar fuori dal fondo di un cassetto: ”A Pietro è sempre mancata la grande occasione professionale. A differenza di Luca Argentero, non ha avuto fortuna. Gli era rimasta addosso la patina di coatto. Era troppo identificato come palestrato. Eppure lui diceva: ‘ho messo la testa nel corpo’. Ed era uno che si informava e leggeva, era amico di Saviano. E aveva studiato recitazione, voleva imparare, era umile”. Le parole della scrittrice Maria Venturi che lo conosceva bene: ”Era uno che non fingeva e di questo, in un mondo di finzione, si sente la mancanza”.

Un personaggio autentico in un mondo fatto di ipocrisia e falsità, ecco cos’era il ragazzo di Trasacco che per ironia della sorte ha avuto proprio con la sua morte quel sussulto di popolarità che avrebbe dovuto meritare in diverso modo. Ed ora cosa rimarrà di lui? Ora che l’effetto devastante del tritacarne mediatico è terminato, ora che anche la figlia Sophie ha saputo dalla madre la triste realtà, come riportato dai giornali intenti a sfruttare all’osso le tragedie altrui, viene da chiedersi in un Paese dalla memoria labile in quale angolo di cielo finirà questo ragazzo dall’aria un po’ guascona: tornerà tra noi magari anche per un solo breve ricordo come al Roma Fiction Fest o piuttosto cadrà del tutto nell’oblio come personaggi più famosi di lui dalla gloriosa carriera? Nella prossima stagione tv lo vedremo ancora nell’inedita fiction La bella famiglia, la gente gli tributerà ancora l’affetto che si merita, poi forse più nulla in quel silenzio innaturale che ambisce al mito.

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