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Catherine Herridge:”Il canale Fox è sessista!” E la tv italiana?


Donne belle e affascinanti, fisici longilinei e conturbanti, la tv italiana (e non solo) è zeppa ormai di figure del genere al punto che viene da chiedersi se non sia questo l’unico, necessario biglietto da staccare per avere anche un minimo di visibilità televisiva. L’assist per la riflessione ci è stato fornito da un recente articolo de La Repubblica, in cui si cita la decisa presa di posizione di Catherine Herridge anchorwoman del canale americano Fox, la quale ha denunciato come la politica delle promozioni nell’azienda per cui lavora, non rispetti criteri propriamente meritocratici. Nello stesso articolo si cita Mad Men serie televisiva pluripremiata oltre oceano, che noi adoriamo, dove viene descritta la società americana degli anni sessanta, prevalentemente maschilista, in cui la donna è rappresentata come oggetto di puro decoro, dedita a soddisfare i bisogni e le esigenze dei colleghi uomini.

Viene da chiedersi cosa accadrebbe in Italia se una giornalista adottasse lo stesso comportamento della Herridge, odore di scandalo non ce n’è sarebbe nemmeno l’ombra, probabilmente da più parti si alzerebbe qualche sorriso sarcastico. Di certo a dispetto di molte professioniste della tv che hanno dalla loro anche una certa fisicità ne esistono altrettante dotate della medesima qualità, solo quella, che nonostante tutto riescono ad ottenere un posto, sia pur effimero, nel firmamento televisivo. Il messaggio tutt’altro che subliminale che passa oggi attraverso il piccolo schermo ha la sua inevitabile ricaduta sulle nuove generazioni, che crescono con il mito del successo facile legato al solo aspetto estetico.

Tutto questo in un Paese, come di recente raccontato da Presa Diretta di Riccardo Iacona, dove le donne contano poco o nulla, vengono escluse o discriminate dai posti di comando e lo stesso Parlamento riporta una percentuale minima di esponenti rosa. Una palese contraddizione rispetto al mezzo televisivo, temibile veicolo di consenso, che brulica di personaggi femminili, troppo spesso utilizzati per influenzare i riscontri auditel.

Leggiamo che nelle aziende Usa esistono tre leggi fondamentali per l’equo trattamento dei dipendenti: lo Equal Pay Act del 1963 che proibisce di pagare meno le donne a parità di incarico; lo Age Discrimination Act del 1967 che ha messo al bando le sperequazioni basate sull’età; il Civil Rights Act aggiornato al 1991 che esclude la preferenza etnica. In Italia esistono leggi similari? Come disse di recente Riccardo Iacona in una intervista che lo vedeva ospite a Uno Mattina di Raiuno:“se ci fossero più donne ai posti di comando le cose andrebbero infinitamente meglio..

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