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Annozero, l’amico terrone: la zona grigia dei sistemi criminali

Come è possibile che un’associazione per delinquere quale è la ndrangheta originariamente e oseremmo dire notoriamente confinata nel sud Italia, riesca a propagarsi anche nelle ricche regioni del nord? A questa domanda ha voluto rispondere la puntata appena andata in onda di Annozero, sulla falsariga delle dichiarazioni di Roberto Saviano che durante Vieni via con me aveva denunciato la collusione dei partiti politici, la Lega in particolare, negli affari sporchi consumati all’ombra della Madunina. Altro elemento su cui sviluppare lo spinoso argomento il libro Metastasi di Gianluigi Rizzo, ospite in studio e Claudio Antonelli realizzato sulle confessioni del pentito di mafia Giuseppe Di Bella.

La redazione del programma ha sguinzagliato gli inviati Stefano Maria Bianchi e Luca Bertazzoni alla ricerca di personaggi, nomi, prove: ammirevole il loro lavoro, la dimostrazione di cosa significhi fare il giornalista sul campo e non dietro una scrivania. Ci si mette la faccia, il rischio di farsi male diviene tangibile, quando si è a contatto con gente in difficoltà di fronte a fatti contro cui può esibire solo sproloqui e minacce, come unici argomenti validi da frapporre alla ricerca della verità. C’è chi grida allo scandalo, addirittura al ritorno dei leninisti: sembra di sentir parlare qualcun altro che noi tutti conosciamo bene. Di certo la mafia si è infiltrata nei Comuni come Desio nella provincia di Monza e Brianza, ha iniziato a gestire il ricco business dei rifiuti nelle cave abusive della Lombardia, trovando una facile sponda proprio in quegli esponenti politici che dovrebbero combatterla.

Se è vero che un ministro della Repubblica come Roberto Castelli, anche lui ospite, può facilmente provare di non essere colluso come dichiarato dal pentito Di Bella con tal Coco Trovato, ve ne sono altri mille che sdegnati di fronte a simili accuse, vengono inchiodati dalle intercettazioni ambientali, quelle che qualcuno avrebbe voluto per suo tornaconto zittire anzitempo. Nessuno e colpevole, tutti sono vittime di accuse false e pretestuose eppure la mafia è là, macchina macina denaro, la quale favorita dalla crisi economica si sta espandendo come un cancro difficile da sconfiggere, nonostante i successi del governo tanto declamati da una Daniela Santanchè del Pdl, che avrebbe potuto risparmiarsi la chiosa finale con cui accusa Santoro di utilizzare a sua volta metodi mafiosi. La contrapposizione fra destra e sinistra sembra riacquisire vigore nei diverbi tra Claudio Fava di Sinistra e Libertà e gli esponenti del Pdl fra cui Santo Versace, fratello di Gianni, anche lui accusato dal pentito Di Bella d’avere rapporti con la ndrangheta.

Marco Travaglio come al solito ci mette del suo, facendo notare che non è tutto oro quello che luccica, per i particolari vi rimandiamo al filmato in fondo all’articolo. A fare da contraltare, il pubblico composto dalle maestranze Rai che oggi manifesteranno per un’Azienda televisiva che, come fa notare il presentatore, è destinata ad annegare in un mare di debiti, che preferisce alle proprie “mucche da latte” quelle altrui per produrre programmi. Esiste un futuro per la Rai? Alle condizioni attuali non ne vediamo, se un giorno questa realtà dovesse sparire allora forse in molti saranno contenti perché non dovranno più sentir parlare, nel bene o nel male, di una certa trasmissione chiamata Annozero.

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