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Un caso di coscienza: a Cinetivù Barbara Livi confessa, ho seguito vere autopsie

 L’abbiamo vista di recente ricoprire ancora il ruolo dell’anatomopatologa Erica Lacerba moglie dell’avvocato Rocco Tasca (Sebastiano Somma) in Un caso di coscienza 4 su Raiuno purtroppo scomparsa durante la prima puntata: è Barbara Livi attrice di cinema, televisione e teatro, ma anche modella agli inizi della sua carriera come recitano le note biografiche quando vince nel 1989 il concorso Miss Cinema- Volto per Fotomodella. Dopo una prima fase teatrale dove risalta la collaborazione con Arnoldo Foà e Orso Maria Guerrini in un allestimento dell’ Aulularia di Plauto e lo spettacolo Volevamo essere gli U2 diretto da Umberto Marino, Barbara si dedica al cinema dove recita sotto la regia di Franco Zeffirelli in Storia di una capinera a cui va ad aggiungersi L’anno prossimo… vado a letto alle dieci di Angelo Orlando e Cuore cattivo, di nuovo diretta da Umberto Marino.

Negli anni successivi ottiene ruoli più consistenti in film come Jack Frusciante è uscito dal gruppo con Stefano Accorsi, La classe non è acqua con Valerio Mastandrea e in Io, tu e tua sorella con Leo Gullotta, senza dimenticare Una milanese a Roma assieme a Nino Manfredi, pellicola grazie alla quale vince il premio Nanni Loy. Con la tv l’attrice raggiunge una ulteriore fama in particolare per i ruoli in Incantesimo, Un medico in Famiglia 4, Crimini, Operazione Odissea, la miniserie diretta da Claudio Fragasso per Canale 5 e la già citata Un caso di coscienza.

Barbara sappiamo che coltivi diversi hobby tra cui la danza, il nuoto, il paracadutismo ma anche la pittura, quale tra questi è il tuo preferito?

Sicuramente la pittura, dipingere mi rilassa molto e mi diverte, generalmente lo faccio di notte…ho dipinto anche le pareti del mio appartamento.

Puoi parlarci dei tuoi esordi? Da quando hai cominciato a coltivare il sogno poi realizzatosi di diventare attrice?

Da piccola amavo fare le imitazioni di attori e cantanti, mi piaceva mascherarmi e ripetere le scene di un film, imparavo poesie a memoria e le raccontavo a scuola, mi divertiva usare il trucco sin da bambina in tutte le sue forme, poi ho conosciuto il teatro e li ho deciso che sarebbe stato il mio lavoro per sempre.

Possiamo dire quindi che la tv ti ha dato un grande notorietà ma sei nata come attrice teatrale, ti piacerebbe tornare sul palco?

Il palco è sempre emozionante, mi piacerebbe tornare al teatro perché no? Il contatto col pubblico è davvero un’esperienza unica ogni volta e poi è come la diretta non puoi sbagliare.

Quanto al cinema sappiamo che Una milanese a Roma è una delle tue pellicole preferite: cosa ricordi dell’esperienza con il grande Nino Manfredi?

Lavorare con Nino è stata un’esperienza irripetibile un mostro sacro del cinema, ricordo di non aver chiuso occhio, il primo giorno di riprese ero talmente emozionata che passai la notte in bianco, Nino è stato gentilissimo con me, ogni giorno mi raccontava qualcosa della sua vita artistica ed io ne ero affascinata, i suoi racconti resteranno vivi nella mia memoria non potrò mai dimenticarli.

C’è un ruolo cinematografico che ti piacerebbe tanto interpretare?

Mi piacerebbe molto interpretare Blance di Un tram che si chiama desiderio, è un personaggio fragile, delicato, legato al passato, sensibile, Blance è una donna che subisce la violenza e la volgarità dell’essere umano e la rifiuta chiudendosi in se stessa ha paura del giudizio altrui e vive in un limbo di ricordi e solitudine alterando la realtà con la sua immaginazione.

Veniamo alla tv: è vero che per calarti nella parte dell’anatomopatologa Erica Lacerba hai assistito a delle vere autopsie?

Si è vero, mi trovavo a Trieste perché stavamo girando li, non sapevo molto di anatomia e per prepararmi meglio decisi di andare all’università di medicina per documentermi un po’, da li sono finita ad assistere a delle vere autopsie nell’ospedale di Trieste, esperienza unica, molto coraggiosa, non saprei descrivere quel momento, inizialmente stavo per svenire poi ho superato tutto ed è stato molto interessante, il corpo continua a mandare informazioni anche dopo la morte: è straordinario!

Usi una tecnica particolare per entrare nel personaggio?

Le tecniche per affrontare un personaggio sono sempre le stesse: analisi del personaggio, vita del personaggio e piano piano fare proprie tutte le sue sfumature, vestire i suoi panni e diventare quel personaggio, ma spesso non abbiamo il tempo per fare tutto questo perché le sceneggiature ci vengono consegnate sempre pochi giorni prima di girare e questo è un dramma per noi attori.

E dal “vero” Barbara Livi com’è?

Sono una ragazza semplice che ama la natura e il silenzio, curiosa e coraggiosa, spesso istintiva e fedele ai propri affetti: amo gli animali e spesso lotto per i loro diritti, mi piacciono gli sport estremi come il paracadutismo e le gare di off-shore alle quali partecipo da dieci anni, mi piace la musica, suono a modo mio il pianoforte, amo Pirandello e mi piace molto Emir Kusturiza, è il mio regista preferito.

Ironia della sorte come in Incantesimo, Vanessa Gravina ti ha sostituito anche in Un Caso di coscienza che rapporto hai con lei?

Io e Vanessa ci conosciamo da moltissimi anni, siamo molto amiche, è una grande professionista e una persona meravigliosa, eravamo giovanissime quando ci siamo conosciute, abbiamo iniziato insieme e stiamo continuando insieme, sostituendoci a vicenda nelle varie fiction.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi anticiparci qualcosa?

Per il momento riposo: ho appena finito di girare una serie per Raiuno a Belgrado, sono stata fuori 5 mesi per cui ho bisogno di riposarmi. La serie Paura d’amare uscirà in autunno, sono 6 puntate, per il resto vedremo cosa ci offrirà il 2010, sono molto curiosa.

Grazie Barbara! Allora buon relax!

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