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Antonella Clerici: “Io non prendo format già sperimentati”

Intervistata da “Tv, Sorrisi e Canzoni”, Antonella Clerici parla dei suoi progetti per la prossima stagione. Nel corso dell’intervista emerge qualche piccola frecciatina nei confronti dei format pre-confezionati, come The Voice of Italy.

Ecco alcuni estratti dell’intervista:

Novità?
«Posso anticipare che ci sarà il ritorno di Beppe Bigazzi. Non sarà in trasmissione tutti i giorni, ma avrà i suoi spazi. Ne sono felice perché mi sono sempre battuta per un suo rientro. Penso che la sua, tre anni fa, sia stata una gaffe, una battuta mal riuscita, perché conosco bene il suo amore per gli animali (il gastronomo parlò di come si cucinavano i gatti in tempo di guerra, suscitando polemiche, ndr). E poi ormai ha 80 anni e tutto cade in prescrizione, è giusto dargli un’opportunità. Anche perché lui e Anna Moroni sono personaggi simbolo della trasmissione».

 

E la prima serata?
«Nessun appuntamento per quest’anno. Probabilmente nel 2014, con “Ti lascio una canzone”. D’altronde, in un anno e mezzo ho sperimentato due format nuovi: “È stato solo un flirt” e “La terra dei cuochi”. Il primo era un programma sentimentale preparato in soli tre mesi, che ha fatto il 19% di share. Lavorandoci, sono certa che potrebbe diventare un grande appuntamento. L’altro era un talent di cucina secondo me fatto benissimo, con idee forti, che aveva un solo limite: l’eccessiva durata. Non si può parlare per quasi tre ore di cucina e di cibo in prima serata. Dopo che uno ha cenato, perdipiù».

 

Come si supera questo limite?
«Avrei un’idea: legarlo alla “Prova del cuoco”, facendo un talent per giovani chef, in modo di dare al pubblico il tempo di conoscerli e di affezionarsi. E poi fare tre puntate, le semifinali e la finale, in prima serata. Come succede ad “Amici”. Sto parlando comunque di due format originali. Questo va sottolineato. È facile prendere un programma straniero già collaudato, adattarlo alla tv italiana e proporlo. Ma quando si scrive una trasmissione ex novo c’è bisogno di sperimentarla, testarla e aggiustarla. E ci vuole tempo. Ad esempio, “The Voice” mi è piaciuto moltissimo, ma era già strutturato. Quando inizi da zero è più difficile».

 

Lei in tv ha condotto davvero tutto. Ce l’ha ancora un programma dei sogni?
«Certo! Una seconda serata in stile “Harem” di Catherine Spaak. Penso di avere l’età e la maturità giuste per farlo. Ho parlato pure con Catherine della possibilità di rimetterlo in piedi. Anche perché mai come adesso si parla di problemi delle donne. Per fortuna. E non è mai abbastanza».

 

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