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Uman Take Control e l’interazione col web che bisognava studiare meglio

Ventunesimo appuntamento del 2011 con Riccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, oggi ci parla di Uman Take Control, il reality di Italia 1 che voleva essere il primo esperimento di interazione tra tv e web, ma che è finito con l’essere chiuso prematuramente.

Uman Take Control, così era il nome dell’ex reality nuovo di Italia uno. E’ stato un vero e proprio disastro, niente novità, nessuna particolarità, un esperimento andato al contrario, qualcosa di non espresso e tornato all’ovile. Un fallimento dopo due sole puntate. L’idea dell’ultimo dei reality show, era quella di poter riabilitare i concorrenti di tutti i reality italiani, dai grandi fratelli, alle isole, dalle pupe ai secchioni.
Purtroppo il risultato è stato penoso, se non disastroso, per poter cercare di far tornare i personaggi al loro stadio iniziale e quindi umanizzarli di nuovo, si è cercato di mettergli ciucci in bocca, biberon, oppure di farli correre su monopattini elettrici o cospargergli la faccia di vernice colorata. Insomma, quel che è sembrato al primo ascolto e a prima vista è stata un vera e propria cavolata, per non dire altro di più offensivo.

Poteva essere una nuova forma di reality show, sì, poteva essere il vero riscatto per tanti concorrenti che da anni sono stati bollati come concorrenti un po’ sfigati e poco considerati nel panorama artistico, invece il risultato è stato a dir poco terrificante. Gli Italiani non hanno gradito, l’esperimento di poter sposare il web con la televisione non è stato compreso a pieno e forse ancora ci vorrà del tempo per capire questo sposalizio, poi neanche così facile.

Far votare il pubblico da casa sulle dinamiche di una trasmissione televisiva è cosa nota in tanti programmi nostrani, ma il comandare i concorrenti poteva essere un’iniziativa esaltante e sicuramente innovativa.

E’ stato un peccato vedere gli autori arretrare sulle dinamiche del gioco stesso, quasi avessero paura degli effetti inaspettati che questo game al massacro potesse avere sulle menti dei suoi concorrenti. Qualcosa è andato storto, non ha funzionato. Non è bastata neanche la confessione di George Leonard nell’essere più o meno bisessuale a poter risollevare le sorti di una trasmissione alla deriva, un reality show di cui non abbiamo mai ben compreso il vero senso e se l’abbiamo capito ha disatteso le nostre aspettative.

Uman Take Control doveva depurare le menti dei concorrenti ormai appannate dai loro reality show di appartenenza. Questo non è avvenuto, neanche Rossella Brescia e Mago Forrest hanno potuto niente in questa vicenda, sembrava una nave da crociera impazzita all’interno di una piscina delimitata. Non c’era sfoco per questa nuova forma di televisione e nel momento in cui i giocatori hanno provato a ribellarsi, gli autori hanno come avuto il timore di diventare cattivi e il polso si è miseramente spezzato. Peccato, perché come dicevano anche gli stessi concorrenti, questo poteva essere il primo vero esperimento per cercare di annullare gli effetti negativi dei reality in tanti personaggi, un tentare di riportare alcune menti alla fase iniziale del loro percorso umano, quando erano meno vip da reality show e più persone comuni.

L’Italia non è stata pronta a recepire questo messaggio o forse la trasmissione non ha ben decodificato il messaggio finale, chissà, magari con più attenzione si sarebbe potuto creare un evento differente e sicuramente più fruibile per tanti.

Non credo che l’interazione tra web e tv sia molto lontana in Italia, bisognava semplicemente studiarla meglio, penso che gli Italiani siano un popolo molto intelligente e all’avanguardia a cui non piace essere presi in giro, il poter votare su un dover verniciare una faccia o mettere un ciuccio, ha scoraggiato le personalità di ogni tipo di persona. Bisognava semplicemente cercare un modo più intelligente di far comunicare internet con la televisione, forse questa non era la maniera giusta. In tanti stanno tentando la strada web – radio o web – tv, in pochi ci stanno riuscendo, proprio perché per farcela non basta partecipare ad una trasmissione televisiva ed essere in prima serata su Italia Uno o Canale Cinque, servono dei contenuti intelligenti in cui la gente possa rispecchiarsi e non solo televotare. Siamo chiamati ed interpellati a votare in tutte le salse, dai referendum alle elezioni politiche, ai reality show o ai talent, gli italiani non sono stupidi, cercano la differenza, il far ridere con un senso e se spendono dei soldi lo fanno con cognizione di causa.

L’esperimento scelto da Luca Tiraboschi, non era per niente sbagliato e tanto meno azzardato, doveva solo essere studiato meglio, attuato in maniera più intelligente e più fruibile per il telespettatore a casa, l’idea era forte, non è stata compresa o meglio non è riuscita a far decifrare i suoi codici al telespettatore medio. E’ passato un messaggio distorto, la voglia di questi concorrenti di riabilitarsi era troppo vicina alla voglia di poter tornare a sfondare nel mondo dello spettacolo, ecco, forse proprio questo non ha funzionato, il voler a tutti i costi tornare sulla cresta dell’onda, come un tempo. Doveva essere una trasmissione originale, invece si è tramutata nell’ennesimo calderone di vippetti riciclati alla ricerca di una seconda o terza possibilità, ma ancora non si è ben capito che all’Italia questo non interessa. L’Italia è ben disposta a sperimentare, ma su qualcosa di valido e stimolante, temi come quello dei reality show, sono ampiamente usurati , triti e ritriti, a chi mai potrebbe ancora interessare? Il momento clou di questa specie di riabilitazione da concorrente dimenticato, è stato quando una delle autrici che riveste il nome di Simona Ercolani, ha forse distrattamente lasciato il microfono aperto e le telecamere hanno ripreso un momento di confidenza, tra concorrente e confessionale. Ovvero, per la prima volta un confessionale è stato ascoltato e mandato in onda per ciò che era, una confessione a cuore aperto con delle vere problematiche, quello doveva essere il vero scopo della trasmissione, ma ormai era troppo tardi. Il dover smascherare tranelli e trappole di tutti i reality tramite i concorrenti, questo avrebbe aumentato le credenziali d’accesso a Uman Take Control, ma forse ancora non esiste quel pelo sul cuore capace di dire verità non troppo velate in diretta a milioni di persone.

Il reality non è reale, è pura finzione, ci siamo persi una grande occasione per poter smascherare tutto ciò che di falso c’è in giro nella nostra tv, dove di sincero c’è ormai solo il risultato finale, ovvero gli ascolti milionari, ma forse neanche troppo. Aspettiamo quindi di riabilitarci una volta per tutte, sarebbe giunta anche l’ora.

Cresci con riccardo Continua …

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