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Riccardo Cresci: Una scatola delle emozioni per il baby spettatore

Quinto appuntamento con le riflessioni di Riccardo Cresci, volto giovane, noto al pubblico di Sky Tg 24, riguardanti la televisione italiana.

Bussa alla porta il 2010, siamo arrivati. Un nuovo decennio si sta affacciando alle nostre finestre e porterà inevitabilmente chilate di ossigeno fresco per i nostri polmoni, proprio come ogni decade che si rispetti. Ricorderemo le mode degli ottanta, dei novanta, del duemila. Nonostante i mesi e i giorni che trascorrono, i problemi di tutti i giorni però alla fine sono sempre gli stessi, forse ora un po’ più di ieri.

La fascia protetta, il tesoro nello scrigno, la perla pregiata dell’ostrica, sono sempre loro, i bambini. Passano le stagioni, si trasformano le mode, ma dei punti saldi restano sempre ancorati, per fortuna aggiungerei. La protezione inferta ai baby teledipendenti è in vero pericolo al giorno d’oggi, questo rivela un’indagine che ha scovato tanti piccoli telespettatori che neanche nati, già seguono il loro programma preferito. Hanno un’età compresa dagli zero ai tre anni e riescono a scegliere la loro trasmissione cult.

E io dico: “Mah…” anzi, “Bah”… Tra il Mah e il Bah mi interrogo sul come un bambino di pochi mesi di vita possa privilegiare un cartone animato da un altro, seppur credendo molto nelle potenzialità di questi piccoli nuovi “alieni” poppanti che saranno il nostro futuro, ma sembra tutto tanto, troppo esagerato. Come spesso accade in Italia. Come faccio a ricordarmi quello che ho visto in tv nell’ età prescolare, chiaro che la mente lavora da sempre e può immagazzinare anche quello che noi non vogliamo, però mi sembra davvero super presto. Concetti, insegnamenti, nozioni, capacità di apprendere pubblicità seduttive o meno, possono essere applicate dai tre anni in su, non ci credo che nel girello già inizi a sbirciare le tette di Belen Rodriguez e a capire un significato diverso dal “mamma pappa!”

Ben vengano però, programmi dedicati solo ai lattanti, studiati da luminari nel campo, in Italia grande successo esiste per Baby Tv promossa da Sky, oppure per Rai YoYo,  seguitissimo sul digitale terrestre, ma non sottovalutiamo i nostri piccoli eroi, loro sanno già cosa scegliere, forse più dei grandi. Limitare la visione di cartoni animati anche a una fascia di pubblico così ristretta non so quanto bene possa fare alla fantasia e alla ricerca infinita dei sogni. Non deve esistere un mondo limitato, deve esistere un terreno fertile dove annaffiare i pedini dei nostri nuovi angioletti, per farli crescere sani e con una certa corazza. Con questo non voglio sponsorizzare il posizionamento dei più piccolini davanti lo schermo con biberon e plasmon a tutte le ore del giorno in compagnia di babysitter o nonna al seguito, ma far variare la scelta televisiva con un controllo di un adulto, assolutamente si.

Prima dei tre anni è importante seguirli nell’apprendimento, la televisione può essere risorsa infinita di notizie da molte angolazioni diverse, non esclusivamente fonte di cartoni animati dedicati a loro. Sarebbe come far nutrire un nostro figlio di solo latte tutti i giorni, perché non fargli assaggiare anche altri prodotti della terra? L’impigrirsi può nascere proprio da qui, nel non variare il gioco, le scoperte, nel guardare sempre la stessa minestra.

Il ritardo nell’ apprendimento e la difficoltà di immaginazione sarà inevitabile purtroppo in una nuova era ricca di tecnologia che lascia poco spazio alla creatività, ma la colpa di certo non è imputabile ad una televisione sregolata. L’orsacchiotto non deve diventare la tivù, ma un semplice amico con cui poter scoprire, con l’aiuto di qualcuno accanto, le molteplici storie che può raccontarci.

Internet, televisione, computer, cellulari, sono i nuovi orsacchiotti dei bambini moderni che reputano compagni di avventura queste risorse tecnologiche, il punto è solo saper sfruttare al meglio le loro potenzialità senza turbare la mente fresca e recettiva di un nuovo arrivato.

Dare regole ben precise, variare la dieta del baby spettatore, seguirlo nelle sue tappe di crescita senza regalarlo alla zia televisione, questo può non nuocere ad una fascia d’età che a rischio può tranquillamente non esserci. Le regole da adottare non sono altro quelle da ricercare nella vita di tutti i giorni. Abbandonereste mai vostro figlio di due anni sotto il sole del 15 di Agosto per tutto il giorno? Ecco, lo stesso vale per la tecnologia odierna, perché mai dimenticare per ore le nostre micro canaglie davanti al televisore? A piccole dosi e sempre sorvegliati, tutto per loro, può diventare una scatola delle emozioni.

Cresci con Riccardo continua…

4 commenti su “Riccardo Cresci: Una scatola delle emozioni per il baby spettatore”

  1. Finalmente!! Qualcuno che parla fuori dai denti.
    Anche io condivido tutto e non lascio mai mia figlia sola davanti alla televisione! Quindi vado bene no?? 🙂

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