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Morto Franco Califano, i funerali oggi a Roma in piazza del Popolo

Il 30 Marzo è morto Franco Califano. I funerali del cantautore sono previsti per oggi, martedì 2 aprile, nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo. Il necrologio più bello Califano se l’è fatto da solo: diceva che voleva sulla lapide una sola frase: non escludo il ritorno. Proprio una canzone con cui partecipò a  Sanremo, nel 2005 scritta con i Tiromancino.

Franco Califano aveva 74 anni ed era malato da tempo. Solo pochi giorni fa  si era esibito al Teatro Sistina di Roma. Poi  l’annuncio della sua morte, a pochi giorni dalla morte di Jannacci. Originario di Pagani, in provincia di Salerno, romano di adozione, Califano è stato una figura cardine della canzone italiana. La sua è stata una vita di eccessi: come l’esperienza del carcere  insieme con Walter Chiari (poi assolto)  nel 1970, a seguire una vicenda di droga e poi di nuovo nel 1983, anche di armi, nel caso che vide coinvolto anche Enzo Tortora. Proprio questo tipo di esperienze lo hanno portato  a scrivere testi come Impronte digitali,  album che si basa soprattutto sul periodo del carcere, e  opere come Ti perdo – Diario di un uomo da strada. Del 2008 è l’autobiografia  Senza Manette scritta a quattro mani con Pierluigi Diaco, che oggi piange l’amico e il complice di tante notti in radio.

Io Franco Califano lo conoscevo sopratutto per la sua voce ruvida e per  le imitazioni  di Fiorello di qualche anno fa. E proprio lui, Fiorello, è rimasto senza parole alla notizia della morte di Califano. Una Pasqua da dimenticare per noi che facciamo questo mestiere. Con Califano eravamo molto amici, ci volevamo proprio bene. La nostra amicizia è nata con la prima edizione di ‘Stasera pago io’ in cui facevo un imitazione di  Califano: fece talmente ridere perchè lo imitai in un modo diverso: fino ad allora tutti parlavano di sesso. Io invece proposi il Califano che si svegliava di notte e mangiava qualsiasi cosa. Di questa improvvisa popolarità ne beneficiammo entrambi. Anche lui non era proprio in un momento esaltante. E fu molto felicricorda ancora Fiorello. Era una persona di una generosità enorme. Era un libro aperto, sempre schietto non ha mai fatto molto mistero di tutti i suoi eccessi. Ed aveva ancora progetti tanti progetti nonostante il brutto male che l’aveva colpito.

Califano in effetti era in piena attività artistica. Avrebbe dovuto suonare il 4 aprile a Porto Recanati e stava anche lavorando ad un progetto di canzoni in romanesco rivisitate in chiave jazz. Negli ultimi tempi si era dato al sociale, frequentava le carceri, preparava concerti ed era amatissimo dai detenuti, che forse si riconoscevano nella sua storia personale, nella sua picaresca esistenza. Tra i tanti saluti di commiato salta all’occhio il commento di Federico Zampaglione che ha raccontato su facebook un aneddoto piuttosto infelice: quando chiese di collaborare con Califano si sentì rispondere che l’autore di Minuetto ormai era un pazzo, fuori dai giochi e che insieme non sarebbero andati da nessuna parte. Il cantante dei Tiromancino organizzerà a tempo debito un tributo, ma aperto solo a chi Califano lo conosceva davvero.

 

 

 

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