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Saturday Night Live, quando la gnocca non sopperisce alla mancanza di risate

La battuta sul fatto che un programma chiamato Saturday Night Live, vada in onda il mercoledì notte, è talmente scontata che neanche la facciamo. Anche il perchè il vero dramma della versione italiana della trasmissione comica, in onda su Italia1, è un altro.

Le prime edizioni del SNL from Milano, capitanate dai comici Andrea Santonastaso e Davide Paniate, seppur sempre lontane anni luce dalle edizioni oltreoceano del programma, dov’è nato e diventato famoso nel mondo, sono addirittura da rimpiangere se si pensa alla clamorosa involuzione che ha subito questo programma, fino all’attuale edizione.

La risata, infatti, è una vera e propria chimera che si cerca di sopperire grazie alla quantità industriale di gnocca che viene mostrata al pubblico che potrà far anche brillare gli occhi allo spettatore maschio medio particolarmente ingrifato ma che porta alla luce una mancanza di idee e trovate comiche davvero disarmante.

Ultimamente la trasmissione è stata corretta con l’edizione 2011, partita a Marzo, con l’apporto del collaudato Beppe Braida, già al timone di Colorado Cafè, e della co-conduttrice, Eleonoire Casalegno. A dar manforte al programma, ci pensano i molti comici provenienti da Zelig e, appunto, il precitato Colorado, presenti come guest-star, che garantiscono quelle poche risate utili per sbarcare il lunario e portarsi la pagnotta a casa.

Troppo poco, comunque. Mettici il livello recitativo alquanto basso (si salvano Andrea Perroni, presente nell’edizione 2010-11, e Gigi Garretta, quest’ultimo, reduce dalla prima storica edizione di Amici, ha buone potenzialità ma mal sfruttate), la presenza di starlette famose più per questioni vicine alla sfera politica che per altro, l’apporto inesistente di pseudo-comici improvvisati (inspiegabile, in quest’ottica, la presenza di Tommy Vee e Fabio Fulco) e una vera schiera di showgirl che cercano di strappare sorrisi, solo mostrando centimetri e centimetri di pelle scoperta (emblematica, Ainett Stephens nella gag del meteo) e il disastro è fatto.

E quando la premessa è la seguente, anche il livello di comicità si adegua, con battute scontate sul sesso, tipico delle risate da bar, con la differenza, però, che al bar, insieme a tuoi amici, una risata te la fai.

Perchè il problema, oltre al cast, tanto pingue quanto superfluo, è anche il livello dei testi decisamente infimo, con quei pochi sketch, non improntati sul sesso, che risultano scialbi e inconcludenti, senza causare allo spettatore, nemmeno quel sorrisino timido di circostanza.

Un vero peccato, anche perchè il format è prestigioso e vederlo ridotto così è molto di più che una semplice occasione sprecata.

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