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Pubblicità – 6 – L’Italia viola le norme comunitarie relative alla pubblicità televisiva.

Fra tre giorni scade il tempo che il governo italiano (quale?) ha per rispondere alle preoccupazioni della Commissione Europea riguardo le violazioni delle norme comunitarie relative alla pubblicità televisiva.

Di cosa sto parlando? Come non lo sapete? Della procedura di infrazione a carico dell’Italia che, in barba all’Europa, non fa rispettare i limiti consentiti di pubblicità e non solo. In Italia c’è troppa pubblicità anche dove non dovrebbe essercene. Strano che non lo sappiate. I giornali e le televisioni italiane non vi hanno tenuti al corrente? Non hanno fatto speciali? Bruno Vespa non ha fatto un modellino della scena del crimine? Maurizio Costanzo non hai invitato al Maurizio Costanzo Show sua moglie, la De Filippi, che è la prima a violare le direttive europee?

Se nessuno vi ha raccontato la situazione italiana in maniera esaustiva (e fidatevi sono stati veramente pochi) non preoccupatevi: ci pensa la vostra consueta rubrica del venerdì, Pubblicità, illustrandovi le infrazioni individuate e facendo esempi comprensibili a tutti.


La pubblicità è fondamentale per la vita delle televisioni private (e non solo), ma questo non è una valida motivazione per venir meno alle regole comuni. Siccome l’Europa non ci concede un aiutino, le nostre emittenti hanno pensato bene di prendersi da sole quello che volevano ovvero più minuti di pubblicità rispetto a quelli stabiliti e nessuno ha fatto niente per impedirlo.Riguardo le colpe dei governi italiani (qui la par condicio non si sa come mai regge) il testo dice:

L’Italia non ha adottato le misure necessarie per attuare correttamente le disposizioni della direttiva “Televisione senza frontiere” e garantire che queste disposizioni siano effettivamente rispettate

Un modo carino per dire: l’Italia si è fatta felicemente gli affari suoi, lasciando fare e facendo finta di non vedere.La commissione rincara la dose e aggiunge:
La Commissione nutre inoltre dei dubbi circa l’efficacia della procedura prevista dalla legislazione italiana per sanzionare le infrazioni in materia di pubblicità televisiva, in quanto risulta troppo “debole” per avere un effetto dissuasivo e proteggere in modo efficace i consumatori in Italia.

Tradotto: non solo chi di dovere chiude gli occhi sulle infrazioni, ma se proprio deve sanzionarle è molto morbido con il peccatore, che probabilmente pagherà la multa e continuerà recidivo ad infrangere la legge. Chi ci rimette? Il telespettatore.

Quali sono le fantomatiche infrazioni delle televisioni italiane, secondo uno studio indipendente commissionato dall’Unione Europea? Prendete carta e penna e facciamo la lista della spesa (scusate se faccio esempi solo su Mediaset, ma i suoi programmi li conosco un po’ meglio. Non preoccupatevi ho da dubitare anche della Rai):

superano i limiti di pubblicità in un’ora (massimo 12 minuti). Un esempio? Uomini e donne: dopo la prima mezzora senza interruzioni raffica di pubblicità e telepromozioni spezzettano il programma.
hanno un intervallo tra due spot pubblicitari minore del minimo consentito (20 minuti tra ogni spot): ancora Uomini e Donne e ancora nel finale.
interrompono i film a modo loro (ci sono tempistiche ben definite): una volta esisteva la pubblicità all’inizio, alla fine del primo tempo e alla fine del film, poi sono aumentati gli spot e infine sono stati piazzati in momenti differenti, spesso con tagli inacettabili.
non considerano l’autopromozione come pubblicità (l’autopromozione è pubblicità, ma in Italia no, per colpa delle nostre leggi, non solo delle emittenti): qui si potrebbero scrivere pagine e pagine, ma limiterò a citare tre programmi dai grandi ascolti, come il Grande Fratello, la diretta del sabato pomeriggio di Amici di Maria De Filippi e Buona Domenica. Alessia Marcuzzi, in diretta al GF8, in alcuni momenti si ferma per descrivere (leggendo) i nuovi canali offerti da Mediaset Premium. Maria De Filippi, parla degli spettacoli teatrali degli ex allievi e dei professori della scuola e facendo una pubblicità spudorata, per di più ad un pubblico formato anche da un gran numero di minori. Infine, Buona Domenica lancia la colonna sonora del film fatto da uno dei suoi autori o fa partire le clip di film appena usciti al cinema. Tutte queste cose non andrebbero fatte! Dove sono le scritte o i segnali sonori che ci dovrebbero avvisare che è una promozione?
I telegiornali hanno interruzioni troppo numerose e troppo lunghe (in contrasto con le disposizioni che non permettono la pubblicità nei tg): Studio Aperto e il Tg5 (è un male comune a molti telegiornali, vero Tg1?) parlano dei programmi trasmessi dalle loro reti, si collegano con il conduttore del programma che segue il TG (autopromozione non ammessa) e i giornalisti mandano la pubblicità e dopo di questa si congedano dal pubblico (magari dicendo:”Non ci sono altre notizie”). Non si può avere pubblicità durante i TG!

Chiedo scusa se mi sono dilungato troppo. Questa in conclusione è situazione italiana. Cosa accadrà l’11 Febbraio, visto che i due mesi stanno per scadere (il comunicato è del 11 Dicembre 2007)? Ancora lo ignoro. I cittadini pagheranno di tasca loro con le tasse possibili multe? Spero di no. Mi intristisce solo il pensiero dell’ennesima figuraccia che faremo fra tre giorni, dopo quella già fatta sull’occupazione abusiva delle frequenze.

Possiamo fare qualcosa?

18 commenti su “Pubblicità – 6 – L’Italia viola le norme comunitarie relative alla pubblicità televisiva.”

  1. Gran bell’articolo, non ero al corrente neanche della regolamentazione, figuriamoci del fatto che l’Italia non la rispettasse.
    Informazioni interessanti.

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  2. per non parlare delle odiosissime scritte animate che compaiono durante la visione di un film o di un programma… Altrà pubblicità….
    terribbile!

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  3. Grande Diego!Sei l’investigatore privato di tutti noi!Non ti sfugge mai nulla, sempre attento a tutti i particolari.
    Le regole non son fatte per essere eseguite in Italia!

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  4. Il titolo dell’articolo è errato: “L’Italia viola le norme comunitarie”. infatti il nostro paese le viola su tutti i fronti anche solo non promulgando le leggi di recipento delle noramtive comunitarie, quindi non mi stupisce che lo faccia riguardo la televisione, dove c’è il far west, solo che Don Silvio è troppo forte!!

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  5. Un’altra cosa piacevole della pubblicità in Italia è che ogni personaggio, conduttore televisivo, si è creato un suo harem di comparse; sempre quelle che si vestono (ovviamente) in modo differente, ma sempre quelli…e basta! mi ricorda il nostro governo….

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  6. Ma almeno vengono rispettati tutti i violatori delle normative europee, avete presente il volume totale d’introito che offrono ai componenti le varie commissioni di vigilanza? e cosa vigilano, soprattutto, queste commissioni? che le varie “commesse” (commissionate da loro stessi) arrivino a destinazione (gli schermi), e, ovviamente, vigilano che i loro interessi vengano rispettati fino in fondo, e che l’incasso annuale incrementi in modo inversamente proporzionale (a loro vantaggio, avete per caso dubbi?). Qua, per loro fortuna, non esiste il conflitto di interesse perchè l’interesse è unanime.

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  7. Come sempre fai una splendida sottile polemica che apprezzo molto. Intanto noi per Rete4 paghiamo la multa, per non rispettare le normative europee paghiamo la multa. Insomma paghiamo sempre!

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  8. beh…grazie per il sottile! sinceramente. a me sembr di avere un tatto piuttosto elefantesco….o no? 🙂
    ma chi incassa la multa? memento memento…

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  9. Pourquoi? non lo so,quello che ricordo…ricordo e basta. Non sono mai riuscito a quantificare la mia memoria…o almeno, il naso sì..quello è elefantesco 🙂 .
    scherzi a parte, volevi chiedermi qualcosa?

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  10. Beh ero curioso di sapere se tu avessi memoria di altri argomenti evitati appuratamente da tutti come questo. A me viene in mente solo Rete 4 e l’occupazione impropria secondo la corte europea delle frequenze…

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  11. mmhh…sono in via di approfondimento di continui viaggi andata e ritorno dall’Olanda e Americhe con furore dai generali delle reti di casa…appena so qualcosa posto.

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