Stewie Griffin è Gay, parola di Seth MacFarlane

Stewie Griffin, il figlio di Lois e Peter nella serie animata più irriverente d’America, I Griffin (Family Guy), è gay.

A rivelarlo è il creatore della serie Seth MacFarlane che, intervistato da Playboy, spiega di aver creato un episodio in cui il piccolo Griffin lo rivela indirettamente tornando indietro nel tempo per cancellare un passo del Levitico che definisce abominio per un uomo giacere con un altro uomo come giace con una donna.

L’episodio, però, non è stato trasmesso per mantenere vaga la sua sessualità:

Smith e Griffin: due famiglie terribili su Italia 1

Accoppiata vincente per il pomeriggio del sabato su Italia 1. Tra le 13 e le 14 il canale Mediaset, manda in onda due delle serie a cartoon più divertenti e irriverenti del momento, American Dad e I Griffin, nate dalla mente di Seth MacFarlane. Lo stereotipo di famiglia americana viene proposto in entrambe, mettendone in mostra in maniera esagerata i limiti e le contraddizioni.

Nel caso di American Dad, protagonisti sono gli Smith, residenti nella cittadina di Langley Falls in Virginia. La famiglia è composta da Stan, agente della Cia dall’ampia mascella, conservatore fino alle viscere e ossessionato dall’idea di un’ imminente attacco terroristico, con lui la siliconata moglie Francine, perfetta casalinga e i figli Hanley, giovane ragazza di 18, anni con idee diametralmente opposte a quelle del padre e Steve, amante delle donne ma troppo timido per dichiararsi.

Della famiglia fa parte anche l’alieno Roger, dagli atteggiamenti spesso ambigui ed effemminati, amante delle parrucche nonchè degli alcolici e il pesce parlante Klaus, vittima di un trapianto di cervello posseduto da un atleta tedesco della Germania est, si esprime con accento tedesco e i suoi atteggiamenti si rivelano fin troppo umani.

Psicotivù: Stewie Griffin

Come al solito, anche oggi ho fatto tardi. L’ultimo appuntamento della sera è sempre quello più devastante, e il paziente è in ritardo. Ho sempre la sensazione che sarebbe meglio saltare a piè pari quell’ultimo, onirico appuntamento.

Più che bussare sento tamburellare alla porta. Che strano, un bussare così sommesso non può scaturire dalla mano di un adulto. Apro la porta e…un bambino! Accompagnato da un cane.

Il mio presentimento comincia a prendere forma. Rimango bloccato per un attimo sulla porta, e i due strani figuri mi sgattaiolano ai lati e si mettono a frugare nel mio studio. Il bambino ha – non ci crederete – uno sguardo crudele. Vorrei potervi far vedere una foto (e credo che lo farò.)