Rai, pubblicità crolla, 14,6% perso in sei mesi

Oggi, il Consiglio di Amministrazione Rai si riunirà per discutere sulle nuove nomine avanzate dal direttore generale Luigi Gubitosi. Riguardo la Sipra, la concessionaria di pubblicità della Rai, dovrebbe essere lo stesso Gubitosi a controllare l’azienda con Lorenza Lei nominata amministratore delegato. Proprio riguardo la raccolta pubblicitaria, il Corriere della Sera riporta il dato più preoccupante: nei primi 6 mesi del 2012, infatti, la Rai ha perso oltre il 14,6%, nonostante gli eventi sportivi di quest’estate.

In tempo di crisi Mediaset aumenta il fatturato

Crisi si, ma no nper tutti. A rivelarcelo Nielsen Media, che ha posto uno sguardo attento sul mercato pubblicitario, ponendo una certa attenzione sui dati Rai e Mediaset, neanche a dirlo. Sapete cosa ne è venuto fuori?

Publitalia rappresenta per se stessa e per la famiglia che la gestisce un robusto salvagente a cui appigliarsi nel mare della crisi, mentre ad accusare il colpo in maniera più consistente è la Sipra, concessionaria delle reti Rai.

Non solo, l’analisi effettuata parrebbe indicare una certa tendenza all’inasprirsi della situazione Rai. I grossi investitori, e coloro che con la pubblicità non ci fanno giochetti, ma ci fanno i miliardi, puntano tutto, o quasi, su Mediaset.

Pubblicità – 14 – La tv generalista è in ottima salute

Nonostante i toni cupi che da qualche tempo accompagnano la cosiddetta tv generalista sia in termini di audience sia per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria, è proprio quest’ultimo dato quello che risalta di più nelle statistiche pubblicate di recente da Nielsen Media Research, circa gli investimenti delle aziende durante il primo mese del 2008.

Nel comparto televisivo la pubblicità o meglio i soldi spesi in questo determinato settore dei media, ha subito un’impennata del 5,2%. Su una raccolta complessiva di 604,26 milioni di euro che diventano 619,5 con le tv satellitari, ben 360,4 milioni sono stati investiti in spot televisivi.

Alla faccia della crisi pare proprio che la tv convenzionale sia ancora una colonna portante, quando si tratta di promuovere un determinato prodotto, a scapito di quei canali alternativi come internet che sembra abbiano perso parecchio dell’appeal iniziale che tanto interesse aveva suscitato in passato negli investitori.