Striscia la Notizia

Come si intuisce dal titolo, si sta parlando di una trasmissione alla quale ormai tutta l’Italia è affettivamente legata, un punto di riferimento per il nostro a volte discutibile palinsesto, sempre presente su Canale 5 nell’access prime time.

Striscia la Notizia ormai da un ventennio si presenta come la trasmissione dalle mille polemiche, dai mille conduttori e dalle mille veline, confermandosi come un punto di passaggio obbligato e fondamentale nel suo alternarsi delle coppie di personaggi alla conduzione.

Il programma di Antonio Ricci ha visto la luce nel 1988, per la conduzione di Ezio Greggio, conduttore storico, e l’allora compagno di avventure Gianfranco d’Angelo.

Sul Doppiaggio – 14 – Dal 1970 ad oggi

Durante la primavera del 1970 avviene l’ennesima scissione in seno alla CDC, determinata dagli ultimi attori giunti nella società a metà degli anni ’60, i quali non ritengono di trovare spazi utili per operare in un clima di rinnovamento: nasce la CVD.

Ancora, come 20 anni prima, le società di doppiaggio diventano vasi comunicanti dove le molecole-doppiatori sostano per un periodo di un tempo per poi andarsene. Le associazioni presenti nel 1970 sono la Sincrovox, la CDC, la CID, la SAS, la CVD e la SINC. Il tempo delle cooperative di sincronizzazione con un numero elevato e stabile di attori è tramontato e il doppieggio entra in una nuova era.

La concorrenza esasperata costringe le organizzazioni a rivolgersi al libero mercato delle voci, con notevole risparmio, nei tempi e nei costi, determinando, così, il definitivo abbandono della pratica di rendere inscindibile l’identificazione tra il doppiatore e il doppiato e un generale abbassamento dei livelli di qualità del prodotto finito.

Sul Doppiaggio – 11 – Fine anni cinquanta inizi anni sessanta: la crisi del settore

La fine degli anni cinquanta apre un’altra strada ai doppiatori, quella dell’over-sound dei documentari, eppure molti non riescono più a trovare spazio e tra il 1958 e il 1962 si apre una piccola crisi nel settore.

Nel 1955, annusando la crisi, la CDC mette in atto l’idea di creare una sorta di “ombrello protettivo” sui soci attraverso la distribuzione di sei turni di doppiaggio al mese anche se essi non vengono realmente eseguiti. A beneficiare di questa politica sono soprattutto quei doppiatori della categoria D, i quali, spesso, sono coinvolti per una giornata di doppiaggio solo per recitare nel brusio di scene di massa che si risolvono in alcuni minuti di effettiva partecipazione in sala sincronizzazione.

Quasi tutti questi attori fanno parte della cooperativa dai tempi della fondazione e diversi di loro hanno lavorato nella poche organizzazioni di doppiaggio sorte prima della Seconda Guerra Mondiale, sono doppiatori che non hanno mai avuto la soddisfazione di prestare la loro voce a protagonisti o comprimari, ma hanno ugualmente contribuito a rendere credibili le centinaia di film stranieri che invadono l’Italia nel dopoguerra. Essi hanno avuto il tempo di invecchiare nelle sale di doppiaggio, ma ora la loro presenza nella CDC si è fatta ingombrante.

Sul Doppiaggio – 10 – Dagli anni cinquanta agli anni sessanta

Un altro problema portato alla ribalda dalla televisione non è solo quello di rubare pubblico al cinema, ma anche di far assegnare ai propri doppiatori un volto, attraverso la loro attività televisiva. Si cerca dunque di dare agli attori/doppiatori, che ricoprono ruoli importanti in tv, ruoli di secondo piano.

Nel frattempo la CDC passa da quattro a cinque classi di doppiatori: alla A, alla B, alla C e alla D si aggiunge la categoria Extra, la più importante, questo per dare ai propri soci la possibilità di passare di categoria. La televisione, però, alletta i doppiatori, perché finalmente dà loro la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico o, nel caso di doppiatori/attori, di riacquistare la fama di un tempo. Alcuni di loro passano dal doppiaggio agli sceneggiati televisivi, altri diventano addirittura registi.

Sempre nel 1957 si fanno tesi i rapporti fra la ARS e la CID, perché entrambe le società ritengono non equamente diviso il lavoro tra gli attori delle due organizzazioni: la prima denuncia la seconda per aver usato attori da poco associati per alcuni film anziché privilegiare attori iscritti da anni. La CID, di contro, si giustifica dicendo che non è possibile andare contro la domanda di mercato e propone per questo motivo una fusione definitiva fra le due società. La fusioine viene rifiutata per due motivi: uno di gigantismo, poiché la società avrebbe avuto troppi iscritti, l’altro, che gli stessi doppiatori importanti non avrebbero trovato abbastanza spazio sul mercato. Nelle due società nascono movimenti secessionisti che portano, nel 1958, alla formazione della SAS (Società Attori Sincronizzatori).