Recensione: 3ciento – Chi l’ha duro…la vince

3ciento – Chi l’ha duro…la vince (titolo orrendo che non centra assolutamente nulla con il film, ma che serve ad attirare pubblico in sala) è la parodia del film cult 300, quello che narra la storia dello scontro tra 300 spartani, guidati da Leonida e l’intero esercito persiano di Serse, nella mitica battaglia delle Termopili.
Meet the spartans (il titolo orginale), che segue passo passo la trama di 300, segue la regola di Calvino tutto fa zuppa, ovvero mette insieme, in poco più di un ora, parodie di film misti a prese in giro ai danni di personaggi del mondo dello spettacolo e di trasmissioni televisive, cercando in questo modo di suscitare facili risate, che scemano con il proseguo del film.
Si parte a razzo: il racconto dell’infanzia di Leonida (Sean Maguire) si mescola con le apparizioni di un piccolo Shrek e uno scontro all’ultimo sangue con Happy Feet. Come inizio non è male: il ritorno di Leonida a Sparta coincide con la dimostrazione della scarsa mascolinità degli spartani, descritti come femminucce che si slinguazzano tra di loro e che alle proprie donne danno il cinque. A supporto dell’idea omosessuale degli spartani arriva il classico I will survive, ballato dai soldati, che si tengono la mano, andando in guerra.

Recensione: John Rambo – Contro la guerra in Birmania. Stop.

Continua la saga dell’eroico soldato americano, Rambo (Sylvester Stallone), questa volta alle prese con una missione umanitaria e un conflitto interiore, che rendono, la sua vita da eremo, un tormento, le sue tranquille giornate, una lotta alla sopravvivenza.
Ritorna a due anni di distanza da Rocky Balboa, come regista e attore Sylvester Stallone, in un film che promette di mascherare la violenza con la scusa della giusta causa. Il messaggio che passa è: il fine giustifica i mezzi. Non basta il fine a giustificare lo spreco di pellicola perpetrato dal regista. Il film, privo di contenuti, lo definirei paragonandolo ai muscoli del protagonista: pompato, ma vuoto.
Prologo: John, mascherato da figlio dei fiori vive in Thailandia vicino al confine con la Birmania. La sua è una vita umile e modesta, fatta tutta di casa e lavoro (il barcaiolo). Le cose cambiano quando, un gruppo di missionari vuole andare in Birmania a portare la parola di Nostro Signore e con questa, far cadere il governo birmano, colpevole di vessare la popolazione dei Karen da ormai sessanta anni.