Rai, i 10 programmi che la tv di Stato potrebbe riciclare per fare flop

Dopo il flop della nuova edizione di Per tutta la vita…?, programma chiuso dopo due puntate a causa degli ascolti disastrosi, la classifica di questo sabato è dedicata ai 10 programmi di vecchia data che la Rai potrebbe riciclare per collezionare un altro clamoroso flop. Buon divertimento.

I CERVELLONI: dopo aver attentamente esaminato la levatura culturale e intellettuale del nostro paese, il flop, già alla prima puntata, sarebbe praticamente assicurato. Tra le invenzioni che potrebbero (non) destare l’interesse del pubblico, consigliamo l’asciuga-peli del naso, l’ombrello per mancini e il mouse da usare con il piede (utilissimo per motivi che Pontifex non gradirebbe). Opinionisti in studio, due menti brillanti della nostra società attuale: Domenico Scilipoti e Alfonso Luigi Marra.

Pippo Baudo, cinquant’anni di carriera

Il celebre presentatore tv Pippo Baudo, il cui vero nome anagrafico è Giuseppe Raimondo Vittorio, nato in provincia di Catania il 7 giugno del 1936, dopo il diploma di liceo classico decise di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza per seguire le orme del padre avvocato. Ma Pippo ha già le idee chiare, vuole lavorare nel mondo dello spettacolo: il giorno prima della discussione della tesi presenta un concorso di bellezza locale, poi approda a Roma negli uffici della Rai per ottenere un provino, al termine del quale viene giudicato idoneo per presentare spettacoli minori.

La sua prima esperienza in Rai è con le trasmissioni Guida degli emigranti, Primo Piano e Settevoci: tutte esperienze che lo porteranno nel 1968 alla conduzione del Festival di Sanremo, kermesse che condurrà storicamente per ben 13 edizioni, ricoprendo anche la qualifica di direttore artistico. I programmi di successo da lui condotti si susseguono: da Canzonissima a La freccia d’oro, Secondo Voi, Luna Park, Un colpo di fortuna, Spaccaquindici, Domenica In, Fantastico 5 e Serata d’onore.

A causa di contrasti interni con la Rai nel 1984 Pippo passa a Mediaset, con la qualifica di direttore artistico: dopo appena due anni però Pippo torna a casa Rai, conducendo moltissimi programmi storici quali Partita doppia, Gran premio, Papaveri e papere, Mille lire al mese per tutti gli anni ‘90. Nel 2000 conduce Nel cuore del padre dedicato ad Albano Carrisi, Novecento e Passo Doppio programma del quale è anche ideatore.

Giancarlo Magalli: sabato e domenica il mezzogiorno è in famiglia!

Il presentatore TV Giancarlo Magalli, nato a Roma il 5 luglio del 1947, cresciuto da gesuiti e scolopi, è figlio d’arte in quanto il padre era direttore di produzione cinematografica, dopo il diploma di maturità classica si è iscritto alle Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università di Roma ed alla Facoltà di Economia e Commercio presso l’Università di Messina. Durante gli studi Giancarlo ha scoperto la sua vera vocazione: il cabaret. Ha iniziato quasi per gioco facendo l’animatore nel primo villaggio turistico italiano alla fine degli anni ’60.

Però in famiglia avevano altri progetti per lui, tanto che Giancarlo Magalli fece per un periodo prima l’assicuratore per fare contenta sua madre e poi l’ufficiale di Cavalleria per fare contento suo padre. Ha fatto anche il volontario per sette anni con la Polizia Municipale di Roma, di cui è Agente Onorario, e ricevendo successivamente i gradi di Maresciallo, poi di Tenente e, recentemente, di Capitano, oltre ad essere Carabiniere Onorario. Nell’Aprile 2007 è stato insignito anche dell’Onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica.

Nonostante tutto Giancarlo non molla la sua passione, che cerca di perseguire lavorando in radio e collaborando al famosissimo programma Bandiera Gialla con Arbore e Boncompagni, nella quale si cimenta anche come imitatore. Sempre con Boncompagni, Pazzaglia e Marenco fonderà anche Radio Ombra, un progetto che finge di essere una radio pirata che interrompe e boicotta i programmi della RAI, della quale vuole infrangere il monopolio. Il programma, che aveva avuto grande successo, tuttavia si rivela problematico per casa Rai che decide di chiuderne la messa in onda.