Alleanza Sky- gruppo Espresso, quanto c’è di vero?

Fra le quinte del mondo televisivo, l’anticamera in cui si decidono le sorti e le strategie di un business che col passare degli anni è divenuto fonte di inestimabili guadagni. Sarà forse per questo che i giornali, anche i più illustri, si arrischiano a vaticinare scenari futuri a volte esagerando, ma comunque basandosi su rumors con un margine minimo di attendibilità. Pochi giorni fa il Corriere della Sera in un articolo di Federico De Rosa annuncia che è in atto un’alleanza tra il gruppo Espresso e Sky, quest’ultimo prenderebbe in affitto le frequenze dell’alleato per poi utilizzarle, non appena cadranno i vincoli, per una massiccia offerta pay, simile a quella proposta sul satellite, costo dell’operazione 25 milioni di euro l’anno. “Ci sono tavoli aperti con operatori italiani ed esteri interessati ad affittare frequenze“, ha detto la fonte. “Nei prossimi mesi ci saranno accordi sulla capacità trasmissiva affittata“. Poche ore dopo Sky smentisce l’articolo del Corriere, ironizzando su fonti cosi attendibili da prefigurare: “retroscena fantatecnologici”.

Sarà pure un’invenzione ma l’esperienza ci insegna che più una notizia viene smentita, maggiore è la possibilità che abbia un alone di attendibilità. Il marchio satellitare chiarisce che potrebbe estendere la sua offerta su uno o due canali:”Se questo dovesse avvenire, l’ipotesi di farlo affittando la necessaria capacità trasmissiva da altri operatori, visti anche i tempi previsti per il beauty contest sulle frequenze derivanti dal dividendo digitale, è ovviamente possibile, ma certo non ha nulla a che fare con “assi” ne’ con “alleanze” visto che l’unico criterio che sarebbe utilizzato per identificare il fornitore, stavolta come in passato, sarebbe quello della disponibilità sul mercato, della competitività delle offerte e della qualità delle infrastrutture“.

All Music cambia in Dee Jay Tv?

 All Music diventa Dee Jay Tv? Ipotesi tanto suggestiva quanto probabile come viene ventilato da un recente articolo di Italia Oggi. Non c’è dubbio che dopo le ultime vicissitudini la cui conseguenza è stata la chiusura a marzo degli studi di produzione con relativo licenziamento di 29 tecnici, l’emittente avesse bisogno di una forte scossa, da leggere come rinnovamento, al punto da sacrificare il marchio nato nel 2004 dalle ceneri di Rete A.

Dopo le continue voci di cessione, ripetutamente respinte dalla direzione, è giunto il momento per l’amministratore delegato del Gruppo Espresso, Monica Mondardini di “valorizzare l’asset” come si dice in gergo tecnico, alla luce dei non brillanti risultati dell’azienda editoriale storica proprietaria tra gli altri marchi del quotidiano La Repubblica. Nella seconda parte del 2009 i ricavi netti consolidati del Gruppo sono scesi a 449,3 milioni, con una flessione del 17,3%, mentre i ricavi pubblicitari, pari a 246,2 milioni, mostrano una riduzione complessiva del 23,8%, con un andamento del secondo trimestre (-21,3%) in leggero miglioramento rispetto al trimestre precedente.