Contratto attori USA: il confermato meeting del 17 tra SAG e AMPTP, messo in discussione da Rosenberg

Torniamo ad occuparci della trattativa tra la SAG e la AMPTP: mentre è stata confermato per il 17 e il 18 febbraio l’incontro tra le parti, con tanto di soddisfazione di molti membri del sindacato, che avevano visto numerose produzioni rallentate e che avevano temuto per il loro posto di lavoro, Alan Rosenberg torna alla carica.

Il presidente della SAG fa sapere, tramite avvocato, che la decisione di licenziare Doug Allen (che tra l’altro in settimana l’aveva difeso spendendo parole importanti) non è vincolante, perché lui e il suo staff di negoziatori non hanno avuto la possibilità di esprimere le loro posizioni e che quindi, ogni decisione presa nel meeting non è da considerarsi valida.

Contratto autori USA, Doug Allen licenziato nuovamente. Ripartiranno le trattative?

Alla fine la Unite for Strength ha vinto riuscendo a far licenziare nuovamente, questa volta in maniera regolare, con una mozione durante il meeting di ieri (59% a favore), Doug Allen e rendendo inutile il ricorso presentato da Alan Rosenberg nei giorni scorsi.

A questo punto le trattative, che erano state rimandate a data da destinarsi (probabilmente al 17 febbraio), potrebbero ripartire e c’è già una nuova corrente, chiamata Back to Work, che sta cercando di mobilitare tutti i membri del sindacato perché si firmi il benedetto contratto offerto dall’AMPTP, visto che durante il periodo di stallo pare che 25000 persone non abbiano più un lavoro.

Il sindacato degli attori americani è nel caos: novità e previsioni

Il giudice ha rigettato il ricorso di Alan Rosenberg e Anne-Marie Johnson, che avevano chiesto alla corte di annullare il licenziamento di Doug Allen che, secondo loro, non era da considerare valido (il writtens assent è stato giudicato incostituzionale dal capo della SAG).

La battaglia legale riprenderà non appena alcuni problemi tecnici verranno corretti (mancano ad esempio i nomi dei 41 membri che hanno licenziato Allen), così il presidente e il vicepresidente della SAG potranno fare ricorso.

A questo punto, mentre Sam Freed presidente della sezione newyorkese della SAG butta altra benzina sul fuoco, sottolineando l’egoismo del gruppo dirigente, interessata solo a tenersi il posto di leader invece di pensare a governare e a dare un contratto a tutti coloro che stanno lavorando senza da mesi, David White, direttore esecutivo nazionale ad interim, ha convocato un meeting per domenica, per parlare definitivamente del licenziamento di Doug Allen e ottenere l’appoggio del board.

Il meeting SAG – AMPTP è stato rinviato, torna Doug Allen?

L’atteso meeting tra le majors e il sindacato degli attori americani, che doveva svolgersi oggi e avrebbe dovuto portare una volta per tutte la categoria ad avere un nuovo contratto è stato rinviato.

Il motivo? Alan Rosenberg, che ha sempre aspramente accusato la fazione Unite for Strenght di boicottare consapevolmente Allen e le sue trattative per diminuire il potere contrattuale della SAG, ha presentato un esposto, insieme al vicepresidente, Anne-Marie Johnson, per far reintegrare Doug Allen a direttore esecutivo nazionale!

In una nota l’AMPTP informa che le trattative sono state rinviate, perché un procedimento in tribunale potrebbe essere conflittuale con il meeting.

Attori USA, niente sciopero e nuova trattativa fra SAG e AMPTP, anche se si punta a salvare il salvabile

Alla SAG serviva una vittima sacrificale per poter riaprire le trattative con l’AMPTP: dopo il licenziamento di Doug Allen e l’allontanarsi della prospettiva di uno sciopero generale (si trovano poche tracce pure sul sito ufficiale), il sindacato dei produttori ha accettato di sedersi al tavolo delle trattative con quello degli attori. Quando? Il tre e il quattro febbraio.

All’incontro, che arriva dopo oltre due mesi di turbolenze interne tra gli attori, parteciperà David White nuovo direttore esecutivo della SAG e John McGuire, il nuovo capo dei negoziatori, completamente rivoluzionata dopo che quella passata ha lasciato con la dipartita di Allen. Alla prossima trattativa non parteciperanno Peter Chernin e Bob Iger, i due negoziatori delle Majors.

Lo sciopero degli attori si sta materializzando

Ne avevamo parlato così tanto che sembrava un qualcosa destinato a rimanere notizia. Invece no. Lo sciopero è veramente in arrivo, almeno in base ai risultati delle votazioni. Adesso ci sono anche delle date.

Il 2 Gennaio infatti si voterà, e il 23 dello stesso mese verranno divulgati i risultati. Il boicottaggio è sttao pianificato, almeno in potenza, al fine di poter essere dannoso per la cerimonia degli Oscar. Ovviamente il tutto è un pò meno clamoroso di quello che sembra.

Il segnale è diretto alle majors e ai produttori in modo da ricondurre le majors al tavolo delle trattative, che secondo l’AMPTP sono terminate in tutto e per tutto a fine Giugno. I danni potenziali non si contano, e riguarderanno fondamentalmente le nuove produzioni.

Sciopero degli attori: entra in gioco il mediatore

Juan Carlos Gonzales, il mediatore federale, ha iniziato il suo lavoro per scongiurare il sempre più probabile sciopero degli attori, incontrando tre importanti componenti del SAG (Screen Actors Guild), Alan Rosenberg, Doug Allen e Ray Rodriguez.

La SAG ha ribadito di voler soldi sui progetti riguardanti i nuovi media, di voler guadagnare per il riutilizzo delle vecchie produzioni sui nuovi media e la protezione per cause di forza maggiore, che le majors vogliono togliere.

Sciopero degli attori, aggiornamenti

Sembra ci si stia avvicindando davero al fatto concreto: lo sciopero degli attori diventa sempre più probabile e potrebbe verificarsi entro la fine del mese di Novembre. Non manca molto, quindi. La complessa situazione finanziaria non rappresenta certo un freno a questa corsa verso lo sciopero.

Alan Rosenberg e Doug Allen hanno infatti risposto ai membri del sindacato degli attori. La decisione del board nazionale è orientata a un incontro nel prossimo week end. Dal momento della decisione sono necessari circa 35 giorni per la votazione, poi lo sciopero potrebbe diventare realtà.

I produttori confermano quello che avevano detto all’inizio di tutta la vicenda: gli unici aspetti che riescono a vedere nello sciopero sono quelli dannosi, e ne sottolineano l’inutilità. Per come va l’economia USA ora, sarebbe effettivamente un bel colpo.