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Reazione a Catena: un sonar per esplorare i fondali della lingua italiana

REAZIONE A CATENA – Ma in Rai li guardano i programmi prima di mandarli in onda? E’ questa la domanda che mi sono posto mentre andava in onda Reazione a catena, il game show estivo di Rai1 in onda dal lunedì alla domenica alle 18.45 con la conduzione di Pino Insegno.IL GIOCO FINALE – Partiamo dalla fine: quale grosso difetto di fabbricazione avrà Reazione a catena? Il game show di Rai1 condotto da Pino Insegno rappresenta un’ottima alternativa ai replicozzi che invadono i palinsesti estivi, ma sarebbe ora di prestare maggiore attenzione all’impaginazione dei format, altrimenti si rischiano figuracce. Mi riferisco al gioco finale, che è praticamente identico alla Superghigliottina, la versione riveduta e corretta de La Ghigliottina, nota attrazione de L’Eredità di Carlo Conti. Ora, le soluzioni sono due: o Reazione a catena si inventa un altro gioco finale oppure L’Eredità a settembre torna con la classica Ghigliottina. La seconda ipotesi mi sembra molto più probabile.

PINO INSEGNO – L’ex frontman della Premiata Ditta pare leggermente più in palla delle passate edizioni. Pino Insegno non è e probabilmente non sarà mai un istrione come Paolo Bonolis, ma nelle vesti di conduttore dispensa battute a raffica ogni volta che se ne presenta l’occasione. Gli va bene solo il 50 per cento delle volte: se rinuncia alle battute da oratorio, la percentuale potrebbe crescere. Inoltre, un consiglio per il look: si mantenga sbarbato. Nel suo caso una barba che lo invecchia di 20 anni e una dizione molto marcata rischiano di bollare il programma come romanocentrico.

PER IL RESTO TUTTO OK – Per quanto riguarda l’organizzazione dei giochi, prevale l’immobilismo: rimane Caccia alla parola, versione televisiva de L’impiccato, La catena musicale – un’apparente costola di Sarabanda incentrata sui nessi semantici tra le parole – e soprattutto L’intesa vincente, nel quale un componente della squadra in gioco deve indovinare un termine grazie alla definizione che ne danno i suoi due compagni di squadra. Costoro però possono formulare la defizione pronunciando una parola per ciascuno, un po’ come Qui, Quo e Qua. Credo che quest’ultimo sia il gioco di gran lunga più divertente e meritevole di sostituire il gioco finale. Ma il quiz è già ampiamente promosso: questa ginnastica con la lingua italiana ci aiuta a scoprire le meraviglie inesplorate che giacciono sui suoi fondali: avreste mai detto che il canarino è una tisana, oltre che un noto volatile? Ecco, io l’ho scoperto stasera.

P.S. Reazione a catena ha un estimatore eccellente: si tratta di Luca Serianni, docente di Storia della lingua italiana presso l’Università La Sapienza di Roma. Il professore ha dichiarato di essersi ispirato ai giochi del programma di Pino Insegno per la creazione degli esercizi inseriti nel suo ultimo libro, Leggere, scrivere, argomentare, dedicato agli studenti delle scuole superiori.

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