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Cristina D’Avena: “I bambini non devono ascoltare il pop”

Cristina D’Avena è tornata da poco in tv con un nuovo programma, Radio Crock’N’Dolls, una trasmissione interamente dedicata ai bambini. E chi, se non Cristina D’Avena, può essere in grado di palare di questa nuova generazione di programmi per i più piccoli?

Ecco alcuni spezzoni dell’intervista che ha rilasciato al settimanale Tv, Sorrisi e Canzoni:

Qual è il più grande punto di forza di questo suo programma?
«Ho sempre sognato di spiegare ai bambini le canzoni che ascoltano in tv e alla radio, anche quelle internazionali. Prendiamo un elemento di quel brano e spieghiamo l’importanza di quell’oggetto che può essere un pettine, un ombrello o altro. Il tutto in contesto colorato, pieno di pupazzi divertentissimi. E poi, per accontentare anche le mamme o i papà, canto alcune delle mie canzoni più famose».

 

Non è facile districarsi tra le canzoni pop italiane, oggi i bambini ascoltano fin da piccolissimi testi con contenuti non adatti per loro, come nel rap. Cosa ne pensa?
«I bambini, questo lo penso da sempre, non devono mai bruciare le tappe, devono ascoltare musica che possono capire e assimilare nel modo giusto. Mi dispiace sentire i piccoli che cantano canzoni di cui non capiscono il significato o che magari hanno molte parolacce. I genitori devono avere cura di questa cosa. La selezione dei nostri, brani, è perfetta per loro».

Jovanotti in una recente intervista ha detto che i suoi fan sono un po’ quelli di Cristina D’Avena.
«Io amo quell’uomo, in tutti i sensi. Sono andata allo stadio a sentirlo e credo di aver creato una situazione bizzarra. Ero in mezzo ai suoi fan che mi chiedevano l’autografo e le foto come se fossi io la star della serata, mentre io ero lì per lui. È stato strano ma divertente. Abbiamo tutti e due 30 anni di carriera e le stesse generazioni di pubblico».

Cos’è cambiato nella tv dei ragazzi?
«Non ci sono più le trasmissioni alle quali ci si affeziona, non c’è una vera televisione partecipativa. Ci sono delle mode, che passano, vanno. Mi chiedo se ci saranno tra vent’anni programmi televisivi ai quali i giovanissimi si sentiranno ancora fortemente legati. C’è un vuoto generazionale che oggi si sta provando a colmare con i canali tematici. E per fortuna che ci sono canali come Super! che danno spazio a un certo modo di pensare e fare televisione per i giovanissimi».

 

Ha qualcosa da dire ai suoi fan da 30 anni?
«Io parlo tantissimo con loro ma non finirò mai di ringraziarli per l’amore e il riconoscimento che ogni giorno danno alla mia carriera. È per loro che continuo a cantare. Io rimango esterrefatta e mi colpisce tanto quando vedo ai concerti con i Gem Boy, tutti questi adulti che sono completamente diversi l’uno dall’altro. Dal metallaro al manager elegante. Qualsiasi strada abbiano scelto nella loro vita, sono legati a me. Me lo dimostrano e questo mi riempie di emozione».

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