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Videocracy, la Rai non trasmette lo spot del documentario sul potere della Tv in Italia

Fa discutere la decisione della Rai di non mandare in onda il trailer del film Videocracy (se volete vederlo cliccate sul link), opera di Erik Gandini, presente al Festival di Venezia 2009, che parla del rapporto degli italiani con la televisione e del potere che quest’ultima ha in Italia, perché viene citato anche Berlusconi.

La denuncia arriva da Domenico Procacci. Il distributore del film spiega le motivazioni asserite dalla tv di stato (fonte La Repubblica):

Come sempre abbiamo mandato i trailer all’AnicaAgis che gestisce gli spazi che la Rai dedica alla promozione del cinema. La risposta è stata che la Rai non avrebbe mai trasmesso i nostri spot perché secondo loro, parrà surreale, si tratta di un messaggio politico, non di un film. Una delle motivazioni che mi ha colpito di più è quella in cui si dice che lo spot veicola un “inequivocabile messaggio politico di critica al governo” perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese alternate ad immagini di Berlusconi, ma quei dati sono statistiche ufficiali, che sò “l’Italia è al 67mo posto nelle pari opportunità”.

La lettera di censura dello spot dice:

Attraverso il collegamento tra la titolarità del capo del governo rispetto alla principale società radiotelevisiva private … attraverso la tv il governo potrebbe orientare subliminalmente le convinzioni dei cittadini influenzandole a proprio favore ed assicurandosene il consenso.

Il regista Erik Gandini aveva già precedentemente spiegato che il film non è su Berlusconi:

Non è una pellicola su Berlusconi, ma sull’Italia berlusconiana: è l’Italia delle veline, dei tronisti e di gente smaniosa solo di apparire, dove la televisione ha preso il posto della democrazia. ‘Videocracy’ vuole essere il backstage di un’Italia ossessionata dall’esibizionismo sessuale. L’Italia dei Lele Mora, Briatore, Ventura, delle veline, dei tronisti e della tribù della Costa Smeralda.

Evidentemente non è bastato. Videocracy non avrà un briciolo di pubblicità sulla Rai (ovviamente nemmeno su Mediaset che, attraverso Publitalia ha comunicato di non voler trasmettere lo spot, perché lo vede come un attacco alla tv commerciale) e finirà nel dimenticatoio.

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