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TeleMistretta a rischio chiusura, in pericolo tutte le realtà locali?

 Esistono delle piccole realtà locali, molte cresciute nel profondo sud, che andrebbero preservate come razze in via d’estinzione. Veri e propri fari in quella cortina d’indifferenza che troppo spesso attanaglia la drammatica realtà del meridione fatta di corruttela e interessi malavitosi. Sono emittenti televisive che in mezzo a mille difficoltà, riportano ogni giorno la cruda verità del quotidiano in cui con grande dignità annaspano. Un barlume di speranza che rischia d’essere spento per colpa dei recenti provvedimenti del governo riguardanti l’editoria, che di fatto hanno sospeso le provvidenze per queste aziende basate sul volontariato ma che in taluni casi riescono a garantire anche un minimo di salario: occupazione, una chimera nell’Italia di oggi, ancor più irraggiungibile percorrendo verso sud lo stivale.

Fra queste tv esiste Telejato , emittente comunitaria di Partinico (Pa) gestita da un “folle” quale è Pino Maniaci, ogni giorno pronto a rischiare la vita per denunciare i misfatti della criminalità organizzata che permea profondamente il tessuto sociale del posto e TeleMistretta paesino in provincia di Messina, tv locale nata nel 1989 grazie alla volontà di Monsignor Michele Placido Giordano Arciprete della parrocchia Santa Lucia. In breve tempo TeleMistretta diventa punto di riferimento per tutti i cittadini desiderosi d’essere informati sugli avvenimenti del territorio, in più consente a tecnici e giornalisti d’avere un lavoro dignitoso. Ora anche questo avamposto della verità rischia d’essere cancellato.

E’ di qualche giorno fa il grido accorato di Monsignor Giordano che, come riportato da La Repubblica, in occasione della decennale ricorrenza della Madonna dei Miracoli, ha chiesto ai propri fedeli di versare un “obolo” mensile di 5 euro affinché l’emittente locale non sparica:“TeleMistretta rischia di spegnere le sue telecamere e mandare al macero la sua antenna, afferma il prelato, sono a rischio i posti di lavoro di giornalisti e tecnici: l’emittente non deve morire, a onta di ogni cattiva legge che ha tagliato i fondi per le piccole emittenti e per la stampa locale periodica“.

Monsignor Giordano si appella alla generosità e all’affezione verso l’emittente dei propri cittadini: “Se chiude anche TeleMistretta, come chiuderanno il Tribunale, la Compagnia dei carabinieri, il carcere o il liceo Manzoni, afferma, chiude anche la città: televisori spenti, a vedere solo il Grande Fratello. La soluzione è la seguente: mille persone al mese che offrono appena cinque euro, quanto un pacchetto di sigarette 50 euro l’anno, metà dell’abbonamento per la televisione di Stato, non sono una grande cifra per continuare a raccontare la nostra identità e le nostre tradizioni.” Sarà riuscito nell’impresa? Speriamo di si, ci chiediamo se sia possibile che l’onta di una paventata fine come questa, fra le tante, macchi la cronaca nell’Italia del 21esimo secolo.

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