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Sky contro Mediaset per spot in tv, il tribunale ha sentenziato: tutti contenti

Vi ricordate la polemica innestata da Sky contro Mediaset per gli spazi pubblicitari negati? Il tribunale della prima sezione civile di Milano ha accontentato in parte Mediaset e in parte Sky.

Nel primo caso ha rifiutato la richiesta di Sky di riattivare immediatamente i suoi spot sulle reti del biscione, perché non può emettere:” Ordini finalizzati a produrre vincoli contrattuali, sostituendosi di imperio alla volontà delle parti” e la conseguente richiesta di pagamento di 100.000 euro per ogni giorno di ritardo dall’esecuzione.

Nel secondo ha affermato che Publitalia ’80 non potrà proseguire nel pregiudiziale rifiuto ad accogliere le campagne pubblicitarie di Sky Italia al solo fine di avvantaggiare l’offerta di Mediaset Premium perché è “Espressione di un accordo anticoncorrenziale, con la società consociata titolare dell’offerta stessa”.

Il provvedimento dovrebbe essere stato pubblicato oggi su La Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Sole 24 ore, curato da Sky, ma pagato da Publitalia. Le parti, inoltre, dovrebbero tornare a trattare senza che Mediaset possa opporre un rifiuto pregiudiziale.

Soddisfatta Mediaset che in una nota fa sapere:

Il comportamento richiesto è esattamente quello sempre seguito dall’azienda come provano i 3.107 passaggi di spot Sky ospitati da Mediaset sulle proprie reti nel solo anno 2009. Il provvedimento non modifica la condotta seguita sino a oggi dalle società del gruppo.

Contenta pure Sky che nel suo comunicato parla di prendere atto:

con grande soddisfazione della decisione emessa oggi dal Tribunale di Milano che vieta alla concessionaria pubblicitaria di Mediaset di rifiutare gli spot della stessa Sky. Sky Italia è certa che in seguito a questa decisione si potrà riaprire una trattativa commerciale serena e costruttiva tra le parti.

Come sempre le parti vedono entrambe il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto. Come si suole dire, contenti loro contenti tutti. L’importante credo che sia conoscere sempre entrambe le campane e perché no, anche il campanaro, o in questo caso il giudice.

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