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Servizio Pubblico, Adriano Celentano: “I soldi che la Rai mi dovrà dare non sono dei contribuenti, ma sono miei. Penso di aver chiuso con Sanremo”

Adriano Celentano parla per la prima volta del suo intervento a Sanremo. Ai microfoni di Servizio Pubblico, il cantante/predicatore ha ribadito che con il senno del poi non avrebbe cambiato nessuna parte del monologo tenuto durante la serata di apertura del Festival della canzone italiana:

Allora non hai capito niente. Non hai capito il senso dell’attacco. Io non cambierei una virgola di quello che ho detto a Sanremo.

Il Molleggiato ha spiegato che la Rai dovrebbe essere riconoscente a Morandi e Mazzi per lo straordinario successo delle ultime edizioni della kermesse canora:

La Rai dovrebbe fare un monumento a Morandi e Mazzi per i due successi consecutivi, erano una doppietta non facile da superare.

Celentano non risparmia frecciate ai molti detrattori che hanno trovato esagerato l’esorbitante cachet:

Che colpa ne ho io se mi è capitato di essere uno degli uomini più pagati d’Europa. Io ho provato a dirgli datemi di meno e lo mi hanno detto che non era possibile perché io avevo una quotazione di mercato e se mi davano di meno poi li arrestavano. I soldi che la Rai mi dovrà dare non sono dei contribuenti, ma sono miei. Come i soldi che un falegname prenderebbe per costruire un tavolo. Se al mio posto fosse andata la Pivetti non credo che avrebbe fatto il 70% di share con punte di 17 milioni di ascoltatori.

Riguardo ad una prossima eventuale partecipazione a Sanremo, Adriano fa sapere che sarà difficile rivederlo sul palco dell’Ariston:

Penso di aver chiuso. Però non è un problema. Perché il successo è bello, è gratificante ma non ha niente a che vedere con la felicità che si prova per esempio in una partita a bocce con quattro amici.

Vi lasciamo al video dell’intervista.

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