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Maurizio Costanzo spera che i reality cambino per ostacolare la virtualità. Che dice?

Maurizio Costanzo ha scritto stamane su Il Messaggero un’interessante, ma opinabile, riflessione riguardo il Grande Fratello: il conduttore ha definito il GF una sorta di nuova agenzia matrimoniale e ha apparentato il genere reality alla solitudine dei giovani, che vivono la virtualità. Prima delle riflessioni d’obbligo vediamo insieme cosa ha detto:

Non so se è una idea peregrina, però osservando lo svolgimento drammaturgico dell’ultimo “Grande Fratello” viene in mente che forse potrebbe avere un sottotitolo tipo “Nuova agenzia matrimoniale”. Infatti, gli anonimi giovanotti e signorine, si conoscono, si sfiorano, si prediligono, s’innamorano, si congiungono, si lasciano, si riprendono e quando uno dei due è costretto ad abbandonare la Casa, lacrimano in attesa del ricongiungimento. Prima non era così.

Viene da pensare che il “Grande Fratello” abbia come mandato segreto quello di rilanciare la famosa frase “insieme finché morte non vi separi”. Non so né m’interessa sapere, delle tante promesse fatte davanti alle telecamere, quali saranno mantenute e quali no. Quel che viene comunque da dire è che questi reality si apparentano con la solitudine maiuscola che i giovani vivono in questi anni di facebook, di webcam e quindi di virtualità.

Se però i reality, cambiando indirizzo, volessero in qualche modo ostacolare la virtualità di cui accennavamo prima, acquisterebbero, almeno agli occhi di chi scrive, un significato diverso e molto interessante. Anzi, val la pena ribadire che la noiosa ripetitività dei reality potrebbe trovare riscatto dichiarando la linea adesso supposta e diventando perciò antagonisti dei giochi dei ruoli, del nascondersi e del raccontarsi vite che non si avranno mai.

Premesso che la virtualità non è una malattia, ma solo un modo differente di rapportarsi, che dovrebbe affiancare le tradizionali relazioni interpersonali (è come se qualcuno cinquant’anni fa avesse attaccato gli amici di penna o le relazioni a distanza), non riesco a trovare un nesso logico tra il reality e la solitudine creata dalla virtualità.

Il collegamento diventa ancora più difficile se si prendono in considerazione i concorrenti del Grande Fratello, tutte persone che non vivono di virtualità. Mi spiego meglio: se al reality avessi partecipato io, che sono un blogger, Maurizio Costanzo, pur non conoscendo la mia vita, avrebbe potuto parlare di legame reality e solitudine dei giovani che vivono di virtualità, ma gli inquilini della casa del GF non hanno nulla a che fare con il mondo di internet, semmai sono rappresentanti della gioventù opposta, quella che non vive di internet, ma che esce la sera, che si relaziona andando a ballare, partecipa agli avvenimenti mondani, pratica sport agonistico.

Volete qualche esempio lampante?  Cristina Del Basso (ha lavorato come ballerina), Laura Drzewicka (si esibiva in locali), Marco Mazzanti (calciatore, ha vinto il concorso di più bello d’Italia), Siria (faceva la Cubista), Vanessa Ravizza (frequentatrice di locali, ha partecipato tra l’altro a Miss Muretto), Vittorio Marcelli (ha raccontato più volte di party a cui partecipava), Federica Rosatelli (ex modella, ha raccontato più volte le sue esperienze nel mondo della notte), Daniela Martani (altra frequentatrice del mondo della notte, nonché cantante).

Si è sempre detto che i reality rispecchiano la realtà. Bene: sono questi ragazzi esempio della realtà dei giovani di oggi, sempre più fatta da Facebook e Webcam? Direi proprio di no.

Gentile dottor Costanzo, speriamo che i reality cambino indirizzo, ma non per contrastare la virtualità, che diventerà sempre più parte integrante della vita di tutti i giorni, ma per evitare di essere sempre più trash, urlati e finti. La finzione non è online, ma in tv.

3 commenti su “Maurizio Costanzo spera che i reality cambino per ostacolare la virtualità. Che dice?”

  1. diego non credo che una delle due cose escluda l’altra. Gli stessi ragazzi del GF pur facendo tutto quello che hai detto tu, come quasi tutti i giovani hanno la loro pagina facebook, il loro msn ecc. Io stesso pur frequentando qualche blog, pur seguendo il GF e pur avendo facebook, esco di sera, vado a ballare ecc..
    nè credo sia esatto quello che dice costanzo in quanto il GF esiste da ben prima di facebook e delle comunità virtuali.

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  2. @ busb:
    son d’accordo con te: una cosa non esclude l’altra.

    Per essere un ragazzo che vive la solitudine nella virtualità, devi vivere la solitudine, non uscire la sera: tu sei la dimostrazione lampante che non sei il ragazzo che vive la solitudine della virtualità perché esci la sera, hai degli amici reali.

    CI sono tre tipologie:
    Ragazzo che esce la sera
    Ragazzo che esce la sera e usa internet
    Ragazzo che usa internet (questo dovrebbe essere il caso della solitudine creata dalla virtualità),

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