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L’inchiesta – Speciale – La televisione come difensore d’ufficio (il caso Mastella)

L’Inchiesta torna con una edizione speciale, dopo gli avvenimenti che stanno sconvolgendo la politica italiana e la vita del signor Clemente Mastella, per cercare di capire come la televisione ha affrontato uno scandalo di questa portata.

I fatti: prima di ricevere un qualsiasi atto giudiziario dalla magistratura di Santa Maria Capua a Vetere, il ministro della Giustizia, l’onorevole Clemente Mastella, va in aula ed invece di illustrare lo stato della giustizia italiana, si dimette per stare vicino alla moglie, che a suo dire, è ostaggio della magistratura (nemmeno alla moglie era ancora stato notificato nulla) e cito

Un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento manda a casa per limiti di mandato e per questo me ne addebita la colpa…

e aggiunge infine: ora ho paura.

Il problema che affronto oggi non è la colpevolezza o l’innocenza del ministro guardasigilli, che solo la giustizia può definire, non è la scandalosa reazione, a mio modesto parere, dell’aula parlamentare che applaude ad ogni attacco alla magistratura (a me hanno insegnato che se non sai, prima ti informi da tutte e due le campane, poi scegli da che parte stare, se vuoi), ma di come la televisione si sia asservita al potere.


Andiamo con ordine: mentre il ministro parlava di dimissioni e si faceva applaudire, sua moglie, la signora Sandra aveva, da donna libera, la possibilità di farsi intervistare da Sky Tg24 sull’accaduto e dire quello che voleva in sua difesa (anche se l’accusa arriverà solo qualche ora dopo), compreso mescolare argomenti come la contestazione al Papa al suo caso, e dire che saranno i cittadini a giudicare (sbagliato!E’ la magistratura. Il cittadino può farsi un’idea, possibilmente sbagliata, grazie alle nostre televisioni, ma non giudicare).

In seguito, fino al giorno seguente, i telegiornali che ho visto (Tg1, Tg5, Studio aperto, Tg2), invece di riportare le notizie, hanno costruito una difesa d’ufficio alla famiglia Mastella. Come? Prima facendo ascoltare le parole forti del ministro in parlamento, poi descrivendo le reazioni delle parti, iniziando e chiudendo con chi appoggiava l’uomo di Ceppaloni, inframezzate dalle reazioni contrarie (il famoso panino), poi mandando in onda la difesa telefonica della moglie, poi ancora raccontando la vita e le opere di bene del duo e infine intervistando i loro concittadini a Ceppaloni.

Se pensate che questo tipo di informazione sia corretta, vuol dire che voi pensate che o tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, quindi anche per voi la televisione dedicherebbe dai 10 ai 15 minuti in ogni telegiornale per dipingervi il ritratto del martire, oppure accettate l’idea che certi cittadini sono più importanti di altri per via dei loro impegni istituzionali.

Se invece pensate che questa informazione sia totalmente faziosa e vi ha fatto schifo come ha trattato il caso famiglia Mastella proseguite nella lettura.

Dopo la ventata difensiva dei telegiornali, arriva il maestro Bruno Vespa, che fa una puntata speciale di Porta a Porta sull’accaduto, piazzando con i nostri soldi del canone (come dicevano una volta i leghisti e non solo), le telecamere fuori dalla villa del ministro. Qui si arriva a parlare, sempre senza aver letto le carte, come ha sottolineato Di Pietro, dei reati che avrebbe fatto la signora Sandra, sghignazzando sulla possibile concussione che avrebbe perpetrato ai danni di Bassolino (ma è stato il signor Clemente e non la signora Sandra. Lei è indagata per le modalità seguite per una nomina nell’ospedale di Caserta), si è detto che anche dei giudici erano stati coinvolti, ma lasciati liberi (son stati sospesi invece un prefetto e un giudice del Tar).

Concludendo: grazia alla nostre televisioni, l’Onorevole Mastella e soci hanno avuto un processo in direttissima dove l’informazione si è schierata con loro, confondendo lo spettatore. Ormai non serve censurare certi avvenimenti, basta bombardare l’opinione pubblica con una realtà parallela per non avere ripercussioni.

Certi metodi, come le interviste ai cittadini a supporto della tesi (i Mastella sono innocenti), mi ricordano molto quelle che una volta si facevano per i servizi di cronaca nera ai parenti delle vittime che descrivevano sempre nei migliori dei modi i propri cari defunti e ai parenti dell’assassino che lo descrivevano sempre come una persona tranquilla.

Nessun telegiornale si è interessato di sottolineare che senza i verbali si parlava solo di aria, nessun telegiornale si è preoccupato solamente per un secondo di rovinare l’immagine pubblica di un magistrato a prescindere.

Quando gli italiani si accorgeranno di essere presi costantemente in giro dall’informazione televisiva (che deve cercare di mettere ansia alla gente, che deve dirci come pensare, che deve dare risposte a domande mai poste per non rispondere alle domande reali), forse riusciremo ad avere la serietà che ci è dovuta. Per ora teniamo gli occhi aperti. Vigilate!

6 commenti su “L’inchiesta – Speciale – La televisione come difensore d’ufficio (il caso Mastella)”

  1. Si continuerà a menarla con Carla Bruni e le sue avventure. Con Chavez e Naomi. Nell’allontanamento dalla realtà, nello stordimento voluto, già non abbiamo più idea di come trovare una via alternativa. Perchè, in fondo, è più facile così. Peccato. Il giornalismo, una volta, era il mestiere più bello del mondo.

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  2. Non posso che concordare con le vostre parole, però è osceno che politici e media ci ritengano così ignoranti da doverci disegnare tutto bello quello che sta succedendo. Non è che avevano paura di ripercussioni da parte dei campani?

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  3. A conferma di quanto la televisione sia asservita al potere porterei a testimonianza il tg 3 regionale Sicilia di ieri venerdì 18 gennaio 2008:
    Notizia Totò Cuffaro condannato per favoreggiamento dal tribunale di Palermo in un processo per mafia.
    Il telegiornale si è soffermato nel sottolineare il fatto che Cuffaro sarebbe stato non colpevole di associazione (esterna) alla Mafia.. Il servizio dedicato a Cuffaro mostra come amici e simpatizzanti si siano stretti attorno a Cuffaro per manifestare la propria solidarietà..abbracci affettuosi e commossi… un commento a caldo di Cuffaro stesso con la voce strozzata dalla commozione con tanto di Crocifisso bizantino sullo sfondo affiancato da un icona della Madonna. Non si sono neanche premurati a dire che è stato pure condannato alla pena accessoria di Interdione Perpetua dai Pubblici Uffici! Tutti i commenti sono li a sottolineare che non v’è associazione mafiosa (giustificando implicitamente la decisione quindi di non lasciare il posto di Governatore della Regione..)

    Ma dico io ma.. uno che avverte personaggi di spicco della scena politico-economico-mafiosa siciliana (vedi Michele Aiello) di indagini incalzanti e che è strettamente legato (intercettazioni cantano!) con politici che sono rappresentati solo della classe mafiosa (vedi Miceli e Guttadauro) … come può, mi chiedo, reputarsi esterno alla Mafia ?

    e come può il servizio pubblico di (dis)informazione non lasciare neanche uno spazietto a chi è indignato di fronte a quanto è stato detto e dichiarato?

    Via Cuffaro dalla Sicilia, Via i vertici di RAI Sicilia! Un altra ragione in più per andare al prossimo V-Day contro la disinformazione giornalistica!

    Ciao, Marco

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  4. Crocifisso e Madonna? Credo che a molte persone abbia fatto effetto! Si potrebbe utilizzare come tecnica per delinquere: fai del bene, ti fai una cricca di gente che ti segua sempre per osannarti e il gioco è fatto! Questa è la nostra informazione. Meglio il passaparola!

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  5. A proposito, sapete cosa succede a Napoli? no perchè di gossip riesco sempre a sapere tutto, ma da un paio di giorni, pare che la campania non esista più. tutti morti??? e perchè non ce lo dicono?

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