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Iva aumentata sulle Pay tv – Ilaria D’amico lo spiega in diretta. Il video

Sky non ci sta e prevede di mobilitare i suoi utenti; il presidente del consiglio Silvio Berlusconi rigetta le accuse di conflitto di interessi. Tanta carne al fuoco, tanto caos e alla fine chi ci rimetterà? L’utente finale, cioè tutti coloro che hanno un abbonamento con Sky.

Andiamo con ordine e cerchiamo di far chiarezza (cosa che ha tentato di fare anche Ilaria D’Amico in diretta televisiva parlando dell’aumento a Sky Calcio Show, di cui vi proponiamo il video dopo il salto). Prima di trarre conclusioni parziali vediamo cosa dicono le parti. Partiamo dalla base: cosa prevede la legge? Lo spiega bene Il sole 24 ore:

Il provvedimento prevede l’abolizione dell’Iva agevolata al 10% per la pay tv satellitare e via Internet e il loro rientro nell’Iva ordinaria al 20 per cento. Si trattava di una misura varata con la legge 507/95, che concedeva l’Iva agevolata agli abbonamenti per segnali criptati, poi precisata nel ‘97 a favore degli abbonamenti satellitari e via cavo. Una misura, insomma, che intendeva incentivare lo sviluppo dei nuovi media. Sky non dà cifre ufficiali ma fonti attendibili stimano in circa 270 milioni di euro annui l’aggravio dovuto al raddoppio dell’Iva sui suoi abbonamenti.

Protesta Sky, che in una nota ufficiale dice:

In un fase di crisi economica i Governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacita’ di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese con l’obiettivo di generare sviluppo e nuovi posti di lavoro. Ad esempio, questa settimana, il Primo Ministro inglese Gordon Brown ha annunciato una riduzione dell’IVA dal 17,5% al 15%. Ieri il Governo Italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio dell’IVA sugli abbonamenti alla pay-tv dal 10 al 20%

Al 2003 Sky ha costantemente investito in Italia trainando la crescita dell’intero settore televisivo, grazie a questi investimenti e senza sussidi da parte del Governo, l’IVA dovuta grazie ai clienti della pay tv in Italia e’ cresciuta dai 170 milioni di euro nel 2003 quando operavano Stream e Tele+ ai 370 milioni di euro grazie agli abbonati di SKY nel 2008.

Inoltre SKY oggi da’ lavoro direttamente ad oltre 5000 persone e ad altre 4000 nell’indotto, piu’ del triplo del totale dei dipendenti sommati di Stream e Tele+ nel 2003.

Con la decisione annunciata ieri le tasse generate grazie agli abbonati di SKY cresceranno a 580 milioni di Euro, una crescita evidentemente in contrasto con l’affermazione del Governo che questo pacchetto sostiene lo sviluppo delle imprese. Deve essere chiaro dunque che questo provvedimento e’ un aumento delle tasse per le oltre 4.6 milioni di famiglie italiane che hanno liberamente scelto i programmi di SKY.

Da un punto di vista industriale inoltre questo aumento delle imposte si applica solo ai clienti della pay-tv, un settore che proprio in questo periodo di crisi stava dimostrando fiducia e potenzialità di crescita, mentre i clienti dei prodotti editoriali stampati continuano ad accedere ad un’iva agevolata al 4%, così come gli abbonati della RAI quando pagano il canone, una scelta strategica che appare anch’essa in contraddizione con gli obiettivi che questo pacchetto normativo si dovrebbe porre. SKY informerà immediatamente i suoi oltre 4,6 milioni di abbonati di questa decisione del Governo di aumentare le loro tasse affinche’ in questi tempi difficili abbiano chiaro che cosa sta accadendo alla loro capacità di spesa.

La replica del Presidente del consiglio alle dichiarazioni di Sky e all’accusa del conflitto di interesse è la seguente:

La sinistra aveva dato un privilegio alle televisioni con gli abbonamenti, la sinistra aveva buoni rapporti con Sky. Noi abbiamo tolto un privilegio e portato il livello dell’Iva uguale per tutti e in questo modo abbiamo penalizzato anche Mediaset che sta facendo partire una tv con gli abbonamenti. Questo dimostra che la sinistra si è inventata il conflitto di interessi, oltretutto Mediaset non è concorrente di Sky che va sul satellite e ha altre regole.

Controreplica di Tom Mockridge, Amministratore Delegato di Sky Italia

Stiamo preparando una campagna pubblicitaria per avvisare i nostri abbonati dell’aumento dell’Iva. È nostro preciso dovere farlo, per correttezza nei loro confronti. James Murdoch, presidente di Sky, è ovviamente d’accordo. E così Rupert Murdoch, che guida quella News Corporation alla quale Sky Italia fa capo. Mi sorprende semmai il fatto che il governo, nel presentare il piano anticrisi, non abbia voluto informare gli italiani della decisione di aumentare le tasse. Possiamo parlare di un aggravio fiscale di circa 500 milioni. Ma in realtà sono molti gli elementi in gioco. Bisognerà vedere anche se ci saranno abbonati che, per effetto dell’aumento fiscale, decideranno di disdire il contratto. Spero di no, ma non posso escluderlo. Per parte nostra, continueremo a fare il nostro lavoro, cercando di offrire programmi sempre più interessanti. Così abbiamo sempre fatto, sin da quando abbiamo rilevato Stream e Tele+ cinque anni fa, investendo in Italia cifre crescenti e contribuendo in questo modo anche a sostenere l’economia del Paese.

Alcune riflessioni sono d’obbligo, visto che tutti fanno i propri interessi: Sky fa la parte di quella preoccupata per il cittadino, ma in realtà è preoccupata del fatto di perdere il proprio pubblico o addirittura di vederlo andare alla concorrenza. Sky non si è mai dimostrata così vicina allo spettatore, quando le associazioni dei consumatori l’hanno posta davanti a delle incresciose situazioni di cui vi abbiamo parlato nei mesi scorsi.

Di contro: è vero che Mediaset viene colpita da questa norma, ma solo in minima parte, la formula Easy Pay, perché per le schede ricaribili ha sempre avuto l’aliquota al 20%; Mediaset recupera ciò che perde attraverso l’obbligo per tutti gli italiani di passare al digitale (dubito fortemente che tra tutti coloro che acquistino il digitale terrestre non ci sia nemmeno uno che si prende una ricaricabile Mediaset Premium); il conflitto d’interessi esiste, perché a prescindere dai vantaggi o gli svantaggi che ne può trarre, il presidente del consiglio sta trattando cose attinenti al proprio ambito.

Lascio giudicare a voi, poi, se è giusto aumentare l’Iva alle Pay Tv, ma penso che sia corretto, che voi sappiate che nello scontro Berlusconi – Sky, gli unici a perderci saranno gli utenti. Aumenti in vista: preparate il portafoglio!

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