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Adiconsum chiede l’eliminazione della pubblicità dalla pay tv e il decoder unico

L’Adiconsum ha consegnato al Presidente della IX Commissione, comunicazione e trasporti della Camera dei Deputati Mario Valducci le firme raccolte per abolire la pubblicità alle pay tv. La petizione Eliminiamo la pubblicità dalla pay tv vuole tutelare il consumatore che attualmente paga il prodotto visto con un abbonamento e con la pubblicità.

L’associazione a difesa dei consumatori, nello stesso comunicato ufficiale che vi riportiamo dopo il salto, richiede anche che venga garantito il diritto alla visione della tv con il minor costo possibile per il consumatore (che quindi continui ad esistere un unico decoder).

Scopo della petizione è quello di armonizzare le norme che regolano la pubblicità sulle TV a pagamento trasmesse con qualsiasi piattaforma digitale, che oggi sfuggono alle regole imposte alla televisione generalista.

La richiesta di intervento è stata presentata per tutelare il consumatore che paga il prodotto multimediale sia con abbonamento che attraverso la pubblicità. Questo modello di business, peraltro, sottrae risorse alla TV gratuita, distorcendo l’acquisizione dei diritti, che fanno diminuire la qualità della TV gratuita, che rimane sempre la preferita dagli utenti.

Adiconsum, inoltre, ha presentato due nodi urgenti per lo sviluppo della TV digitale:

1. Riattualizzare la legge sul decoder unico per garantire il diritto alla visione della TV con il minor costo possibile per il consumatore. La creazione di “Tivù sat”, la nuova piattaforma satellitare free che permetterà la visione dei canali del digitale terrestre anche sul satellite, è un iniziativa lodevole, voluta con forza da Adiconsum che da 5 anni continua a chiedere la neutralità e la trasmissione integrale da satellite di tutti i programmi RAI. Il problema è che senza un intervento del Parlamento è forte la probabilità di una guerra dei decoder, inutile e dannosa sia ai consumatori vessati da un onere non giustificabile.

2. Che alla Pay TV venga applicata la stessa aliquota IVA, cioè il 10%, come già avviene per gli spettacoli trasmessi al cinema, a teatro, nelle sale concerto, etc., perché uno spettacolo deve essere uguale davanti al fisco, indipendentemente da come questo venga fruito. Adiconsum ha chiesto inoltre che il discorso fatto per la pay TV venga esteso a tutti i prodotti multimediali legati alla diffusione di contenuti artistici come Cd e Dvd. La cultura deve avere l’IVA al minimo!

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