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Parla con me, Serena Dandini: “Andrò in onda in un’altra rete o al massimo in piazza!”

Dopo i commenti a caldo di Serena Dandini, a seguito della bocciatura del CDA della Rai riguardo al contratto tra la tv di Stato e la Fandango per permettere la messa in onda di Parla con me, la conduttrice ha rilasciato altre dichiarazioni a riguardo, nella conferenza stampa indetta dalla Fandango: “Andremo in onda il prima possibile, dove, quando e come sarete i primi a saperlo. Al massimo lo faremo in piazza”.

Serena Dandini ha aggiunto:

Volevo prendermi un anno sabbatico ma per tigna ho deciso di andare in onda. Lavoriamo al programma da quattro mesi, la squadra scalpita. E poi la gente per strada mi dice continuamente “Non dargliela vinta!”.

La Dandini se la prende soprattutto con la mancanza di chiarezza da parte della Rai:

Non vogliamo fare i martiri. Ma oggi potevamo essere in onda da un’altra parte. Non avrebbero dovuto tenerci fermi fino all’ultimo. Ci avevano chiesto di apportare delle modifiche al format e il primo agosto le modifiche erano sul tavolo del direttore generale. Ci hanno detto “vi facciamo sapere in 48 ore”, ma siamo invece stati bloccati per un mese e mezzo.

Stoccata, inoltre, della conduttrice al dg della Rai, Lorenza Lei:

Al direttore generale Lorenza Lei avevo creduto, non capisco cosa sia successo. Comunque è molto più brava di Masi, infatti sta facendo tutto quello che Masi non è riuscito a fare.

La conduttrice rivendica anche la proprietà del format:

Il format di Parla con me l’ho inventato io. E ne ho le prove! Questo è il format, niente altro che questo divano rosso. È un format che io ho inventato e che poi ho regalato alla Rai. Ecco perché ieri ho detto “almeno ridatemi il divano”.

A Serena Dandini, non sono andate giù neanche le accuse di essere avida e di larghe pretese:

Cacciarmi dalla Rai non costa nulla. Non ho mai voluto un contratto in esclusiva con l’azienda, né cariche dirigenziali, che mi sono state offerte ma che ho sempre rifiutato perché volevo essere libera. Sono pagata bene, ma a progetto. Esco dalla Rai senza neanche un paio di calze. Anzi, lascio all’azienda un baule con tutti i miei vestiti neri.

Durante la conferenza stampa, è intervenuto anche Michele Santoro, che ha mostrato solidarietà alla conduttrice:

Sono qua, sono un amico. Se serve, se c’è bisogno, siamo pronti a dare una mano, c’è solidarietà assoluta. Anche per aiutarli a fare il trasloco. Se non ci sono ragioni aziendali credibili per chiudere, perché l’hanno chiusa? Una sola cosa, grave: quando non si riesce a usare la parola censura, vuol dire che anche la parola censura è censurata.

Andrea Salerno, direttore editoriale della Fandango, ha affermato:

Saremo in onda, non a Mediaset, ma da qualche altra parte sì.

Intanto, è giunto anche il commento di Giovanni Floris, conduttore di Ballarò:

Un’altra perdita grave per Raitre. C’è la sensazione che si smonti a pezzi una rete del servizio pubblico, tra l’altro in condizioni in cui il mercato concorrente si è fatto molto aggressivo. Ha ragione il presidente Garimberti: è una decisione che sembra ispirata da logiche estranee agli interessi della azienda ed alle strategie di mercato.

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