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Caso censura Disney, l’assurda questione

Allora qui dobbiamo partire con una domanda fondamentale: quanti di voi che hanno visto i film, che vi andremo presto a citare, sono cresciuti con principi disdicevoli quali razzismo ed intolleranza? Io mi sento perfettamente educato, certo magari ogni tanto la battuta molto sarcastica la faccio, però da qui a censurare le opere classiche di Peter Pan, Dumbo e Gli Aristogatti mi sembra esagerato.

Eppure è quello successo oggi in casa Disney, dove la censura è caduta repentina sulla piattaforma proprietaria Disney+ che ha tarato i suddetti film come vietati ai minori di 7 anni. Le motivazioni? A quanto pare qualcuno ha protestato per i contenuti a sfondo razziale e di odio e sinceramente troviamo alquanto bislacco e difficile continuare a scrivere questo articolo, perché per noi che siamo cresciuti con i classici, sembra assurdo che tali opere possano davvero insegnare l’intolleranza anche perché un bambino non ha filtri e spesso estrapola solamente la parte buona, al massimo triste, che questi film trasmettono.

Andiamo ora però a capire cosa ha realmente spinto alla censura questi cartoni che ricordiamo sono stati creati negli anni 50. Nel caso degli Aristogatti il motivo è la presenza di un personaggio chiamato Shon Gun, un gatto che a causa dei suoi denti sporgenti e chi occhi a mandorla è stato definito caricatura delle persone asiatiche. In Dumbo… no davvero stiamo faticando davvero a parlarvi di questo, comunque dicevamo in Dumbo la motivazione sarebbe da rimandare alla presenza degli schiavi afroamericani impiegati nelle piantagioni e la loro “ridicolizzazione”. A sto punto aggiungiamoci noi (in modo fittizio) che andrebbe censurato fino ai 10 anni perché il nome Dumbo è oggetto di scherno per chi ha le orecchie a sventola. Vabbè dai andiamo avanti. Nel caso di Peter Pan la censura sta nella denominazione di “Pelli Rosse” nei confronti dei nativi americani.

I primi ad accorgersi di questo trattamento sono stati i genitori, che colpevoli di voler far vedere dei GRANDI CLASSICI, sottolineamo il maiuscolo, dell’animazione e non riuscendoli a trovarli nella sezione dedicata ai bambini sono rimasti sbalorditi poi dalla scoperta. Trovarli anche a pagamento pure non è stata una bella cosa. La Disney ha giustificato questa presa di posizione commentando la vicenda con queste parole “Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo riconoscerlo, imparare da esso e andare avanti insieme per creare un domani che oggi può solo sognare“. Se queste sono le premesse, per il futuro siamo messi davvero male, perché si sta creando un clima opposto in maniera nocivo all’intolleranza, diventando a sua volta inconsapevolmente intollerante oltre che distruttivo. Voi cosa ne pensate?

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