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Rai 3, Andrea Vianello spiega gli alti e bassi della rete

Andrea Vianello è stato nominato all’unanime dal CdA RAI da circa un anno a capo di Rai3, ma l’ex conduttore di Agorà non sembra aver accontentato i vertici, puntando a risultati che non sono stati raggiunti e sia il pubblico che la pubblicità sta lasciando il terzo canale televisivo pubblico: Andrea Scanzi per Il Fatto Quotidiano ha intervistato il direttore e dopo il salto vogliamo riportare il suo (sempre più solitario e contro corrente) punto di vista.

È stato uno scontro al vetriolo quello tra il giornalista Scanzi e Vianello: programma per programma, il direttore di Rai3 ha saputo certamente dare una risposta contenente una giustificazione piuttosto accettabile, ma c’è da ammettere anche un sottofondo di leggera mistificazione di un problema assolutamente di primaria importanza: il palinsesto.

Quando si modifica così radicalmente una programmazione televisiva, bisogna dare tempo e modo al telespettatore di adeguarsi: ancora oggi, sono convinto che il lunedì sera sia tempo di sintonizzarsi su Rai3 in prima serata e guardare Ballarò. Invece no. Ma Andrea Vianello ha illustrato il punto da cui è partita la sua riflessione:

Avevamo cinque prodotti di successo, con Fazio, Gabanelli/Iacona, Ballarò, Chi l’ha visto e Ulisse. I primi fue di questi programmi coprivano solo la domenica. Il lunedì era sguarnito.

Secondo il direttore Vianello, l’identità di Rai3 deve essere ben riconoscibile, ma purtroppo non si riesce a individuare quale sia la sua anima, il suo target, il genere su cui punti: molta informazione (soprattutto quella regionale), alcuni programmi storici e gli ultimi esperimenti che hanno certamente caricato troppo la rete: pensiamo alla rivelazione di Discovery Italia in chiaro, che ha modificato i palinsesti di Real Time e DMAX negli ultimi mesi rispettivamente con il daytime del talent Amici di Maria De Filippi e l’arrivo del rugby RBS 6 Nazioni in esclusiva assoluta.

Intanto, mentre La7 è diventata la tv più social, con quasi ogni prime time in diretta e un palinsesto dedicato al talk politico, sociale, di cronaca e di attualità, Rai3 offre film di nicchia (per carità, approverei tutta la vita come cinefilo, ma quando esiste Rai Movie per i film e Rai 4 per le serie televisive), serie tv come The Newsroom che negli Stati Uniti va in onda sulla pay tv e fa 2 milioni di telespettatori, o come Scandal che su ABC ne fa circa 5 milioni, i cambi di serate per i programmi di punta proprio non ci stanno.

Non c’è niente di polemico in questo post, anzi, solo un atteggiamento critico verso una rete che ho amato per scelte molto più azzardate in passato volte a una raffinatezza di contenuti e un’originalità. Infatti, a onor del vero, citiamo un programma che segue questa tradizione come Stelle Nere.

Adesso però lasciamo spazio alle dichiarazioni puntuali di Vianello, sulle trasmissioni lanciate durante la sua direzione:

La Guerra dei Mondi | Un progetto sullo scontro generazionale che già esisteva. Non è stato un flop, ma il pubblico ha reagito negativamente.

Celi, mio marito | Altro caso ingigantito. Abbiamo provato il prodotto più economico nella storia della Rete, le comiche di Stanlio e Ollio facevano il 4.5, Celi il 4. Discutibile paragonare una replica con una produzione.

Maracanà |Una ciambella nata male, anzi neanche nata, volevo parlare di calcio in chiave colta non solo attraverso Sfide. Mi sono scottato e non so se andrà mai in onda.

Il Pane Quotidiano | Concita De Gregorio ha ereditato un programma che Augias ha condotto dieci anni e che non partì bene. Il cambio di conduzione lo paghi, mi accadde quando sostituii Marrazzo. Concita salirà come Corrado, che peraltro tornerà a fine marzo con Visionari. Seconde serate di altissima qualità: a Rai3 vogliamo cose elevate.

Masterpiece | Il talent è un linguaggio accattivante, ma non potevamo farlo su frittate o cantanti: siamo Rai3. Così ho scelto i libri. Gli scrittori col sogno nel cassetto non erano mai stati raccontati. Grazie a noi John Fante è finito nei trending topics. Per gli ascolti aspetterei la fine, e comunque il 4% in quella fascia è sopra la media precedente di rete. La prima puntata ha fatto più della prima di X Factor.

Sulle novità in arrivo c’è Donato Carrisi, il sabato in prima serata. Sei puntate, in attesa che torni Ulisse.

 

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