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Domenica Cinque: in studio Mohammed Fikri, il marocchino ingiustamente accusato dell’omicidio di Yara

Claudio Brachino, poco fa a Domenica Cinque, ha subito calato il primo asso nella manica di questa domenica televisiva. Mentre Massimo Giletti ride e scherza con tutta la ciurma di Ballando con le stelle, Milly Carlucci ovviamente inclusa, il giornalista direttore di Videonews ha ospitato in studio Mohammed Fikri.

Per chi segue attentamente la cronaca nera, questo nome, ovviamente, non è nuovo: trattasi, infatti, del marocchino ingiustamente accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio.

L’intervista scorre con le solite domande di rito sulla malagiustizia, sullo stato di depressione e sconforto che può, ovviamente, colpire una persona coinvolta in situazioni del genere e tante altre considerazioni più specifiche, come la traduzione errata che ha portato Mohammed nel ruolo di principale indagato.

La storia di Mohammed, ovviamente, incute amarezza nello spettatore: le risposte minimaliste del giovane, complice anche un italiano non perfetto, ne sono la dimostrazione.

Se Paolo Liguori, però, invoca e spera, con tutte le proprie forze, che la procura, responsabile di questi errori, paghi i propri sbagli, è giusto, però, ricordare che, proprio Domenica Cinque, nella fattispecie il proprio pubblico telecomandato, si prestò ad un atto di ignoranza, misto ad un razzismo, sempre negato ma nettamente visibile, che colpì, appunto, il giovane Mohammed.

Quando Mohammed fu arrestato, a Brembate di Sopra spuntarono cartelli razzisti contro i nordafricani, accolti da applausi scroscianti del pubblico. Le procure devono pagare i propri sbagli? Anche la televisione, allora, ha il dovere di rimediare ai messaggi tremendamente sbagliati che vengono trasmessi con una facilità imbarazzante.

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