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Sul Doppiaggio – 6 – Dall’embargo alla guerra

Con l’embargo, i doppiatori, che si sono già abituati alla comoda attività del doppiaggio, tremano all’idea di dover ricominciare la vita del girovago attore teatrale e rinunciare ad un guadagno sicuro e consistente.

Durante l’embargo, in soccorso delle poche società di doppiaggio operanti tutte a Roma, arrivano le pellicole di produzione italiana ugualmente da doppiare per la presenza sempre più consistente di attori stranieri, oltre agli italiani che si trovano in difficoltà nel momento di auto-doppiarsi o che sono impossibilitati per altri impegni a partecipare alla post-sincronizzazione.

Un altro aiuto arriva dalle piccole case di produzione italiane che, sempre rimaste in secondo piano rispetto a quelle americane, iniziano a produrre pià film e con i loro soldi allontanano lo spettro della disoccupazione. Dopo un breve periodo di incertezza, le case produttrici come la Columbia, la United Artists, la R.K.O. e la Universal decidono di non aderire più all’embargo concordato con la MGM, la Warner e la Paramount e riprendono ad inviare le loro opere.


Nel frattempo la Walt Disney presenta per la prima volta un lungometraggio, Biancaneve e i sette nani ed è uno dei primi film d’animazione ad essere doppiato.

La guerra si avvicina, ma sembra non scalfire il mondo del doppiaggio, anzi unisce maggiormente una generazione di doppiatori fatta da Augusto Marcacci, Lydia Simoneschi, Stefano Ribaldi, Tina Lattanzi, Carlo Romano, Emilio Cigoli, Lola Braccini, Olinto Cristina, Aldo Silviani, Giorgio Capecchi e Lauro Gazzolo, voci che doppieranno la maggior parte dei film di quegli anni con una precisione e una velocità senza uguali.

Un altro aspetto decisivo in quegli anni è che fino al 1943 le bombe non colpirono la capitale, lasciando così intatti gli studi di doppiaggio. Nel 1943, però, la paura di un bombardamento fa scegliere alle società del settore di trasferire gli stabilimenti in città differenti per scongiurare il pericolo di blocco totale della lavorazione dei film. Un esempio su tutti è dato dalla Scalera, che decide di aprire uno stabilimento a Venezia, nella Giudecca, a seguito della costituzione della repubblica sociale di Salò.

Durante la guerra, le case statunitensi, invece, riprendono a doppiare in loco i film come nei primi anni del sonoro, con gli stessi problemi di allora, per non farsi trovare impreparati una volta conclusosi il conflitto. La Fox, approfitta invece di un gruppo di attori tra cui Felice Romano, Nerio Bernardi, Anita Farra, Paola Barbara, Emilio Cigoli, Romano Calà e Franco Coop, che erano rimasti bloccati durante la guerra in Spagna, mentre lavoravano ad un film, per farsi doppiare le sue opere e mantenere gli standard qualitativi raggiunti prima della guerra.

Dal 24 Marzo del 1944 al 4 Giugno, Roma viene catturata e si bloccano tutte le produzioni. Dopo la liberazione anglo-americana, gli attori che hanno dato lustro al doppiaggio e a tanti film di basso livello, decidono di unirsi in una cooperativa per proseguire nell’attività in cui eccellono. Li attende una gran quantità di lavoro, che li costringerà a lasciare le altre professioni artistiche per dedicarsi completamente alla recitazione da leggio.

Continua…

Oreste Lionello (Attore-Doppiatore)

Il doppiaggio è una palestra dove uno s’illude di far le acrobazie di un altro.

Nella foto: Oreste Lionello

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