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Recensione: Wanted

Wesley Gibson (James McAvoy) è un anonimo impiegato, che vive la vita passivamente: la fidanzata lo tradisce con il suo migliore amico e collega, la sua superiore l’aggredisce verbalmente pur essendo una donna inutile e la sua esistenza è monotona.
Tutto cambia quando, all’interno di un supermercato, gli si presenta davanti Fox (Angelina Jolie) che, prima gli salva (a suo dire) la vita, poi gli offre l’opportunità di entrare a far parte della confraternita guidata da Sloan (Morgan Freeman), un gruppo di assassini, di cui suo padre era membro (prima di essere ammazzato), che hanno il compito di gestire il difficile equilibrio tra bene e male nel mondo, attraverso l’eliminazione preventiva di alcuni individui segnalati dal fato.
Wesley accetterà l’incarico e dopo un lungo addestramento fatto di sacrifici (pugni in faccia e altre violenze del genere) e studio della capacità di modificare la curvatura delle pallottole, cambierà la sua vita mettendosi al servizio della Confraternita per trovare l’uomo che ha ucciso il padre. Non tutto, però, è come vogliono fargli credere.


Wanted, adrenalinico film del regista Timur Bekmambetov, è un graphic novel tratto dal fumetto di Mark Millar, che si allontana ben presto dal suo creatore, per avvicinarsi ad altri film di riferimento del genere come Matrix (i cui continui riferimenti stilistici sono noti fin da subito, ancor prima che Wesley indossi gli occhiali da sole stile Neo) e Minority Report (l’idea dell’azione preventiva, prima dunque che l’omicidio sia commesso, è il fulcro della storia diretta da Spielberg).
Pallottole che volano per centinaia di metri curvando, stop motion, rallenty, tante inquadrature da posizioni impossibili e una musica incalzante, vengono utilizzati insistentemente dal regista per mantenere il ritmo vertiginoso e la tensione pari a quella del protagonista (che ha troppa adrenalina in corpo e il cuore che va alla velocità di 400 battiti al minuto): in un film d’azione che si rispetti questo è ciò che si cerca e Bekmambetov non delude, anche se, sfiora la ripetitività.
Ebbene si, anche Wanted ha i suoi bei difetti, che eliminati l’avrebbero trasformato in un capolavoro, primo fra tutti proprio l’insistenza quasi ininterrotta dell’azione nel film: cambiano le ambientazioni e i soggetti in gioco, ma il modus operandi è sempre lo stesso, fatto di grande tensione, sparatorie, inseguimenti e fiato sospeso nel momento di maggior trasporto, con l’immagine che viene congelata (e con lei la musica) e, o ruota di posizione e riprende oppure riprende con forza di colpo.
Se è ineccepibile l’interpretazioni del trio McAvoy (un uomo in cui tutti coloro che sono stanchi del proprio lavoro, si identificano), Jolie (sembra che ormai le parti che le assegnano le siano disegnate addosso), Freeman (sempre regale nel suo comportamento), lo è meno l’idea di trasformare la sanguinaria e arbitraria Confraternita di Millar nella protesi armata del Fato.
Wesley può essere considerato un parente alla lontana di Neo, ma, a differenza del protagonista dei fratelli Wachowsky, una volta imparato che la realtà non è come ci appare, scopre che anche i propri compagni di viaggio potrebbero essere falsi e bugiardi come la realtà che ci circonda, quindi segue l’adagio, meglio soli che male accompagnati.
Concludendo: Wanted è la descrizione della riscossa dell’uomo comune contro la sopraffazione quotidiana del sistema, contro chi consiglia di pensare con la propria testa e invece influenza subdolamente il futuro, contro chi cerca di girare la realtà, spacciandosi per buono e giusto. Noi quando decidiamo a svegliarci?

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