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Recensione: L’altra donna del re

Enrico VIII (Eric Bana) vuole assolutamente avere un erede maschio, ma la sua consorte, Caterina D’Aragona (Ana Torrent) non riesce a concepirlo (ha dato alla luce una bambina, mentre altre dolci creature sono morte alla nascita). Per questo motivo il re d’Inghilterra è solito divertirsi con le ragazze di tutto il regno nei suoi viaggi d’affari e di caccia.
Il giorno che il re deve far tappa dai Bolena, Sir Thomas (Mark Rylance), consigliato dal duca di Norfolk (David Morrissey) pensa di far accalappiare il sovrano dalla sua figlia più astuta e scaltra, Anna (Natalie Portman), ma sua maestà rimane abbagliato dalla bellezza della sorella Mary (Scarlett Johansson), che lo segue alla reggia diventando sua amante.
Anna rientra in gioco quando, in seguito alla gravidanza della sorella (che concepirà il tanto agognato maschio), lo zio le chiede di distrarre il re da altre possibili ragazze, che potrebbero intortarlo. Ciò che non può aspettarsi nemmeno lo zio è che sia proprio Anna ad ammaliare il re, costringendolo a ripudiare sua moglie e la chiesa cattolica, per poterla possedere e incoronare regina. Anche lei, però, avrà breve fortuna.


L’altra donna del re, prima opera cinematografica di Justin Chadwick, è un piacevole film storico, che non regala forti emozioni, ma riesce a intrattenere per quasi due ore di film il pubblico, grazie all’ottima interpretazione dei suoi protagonisti, il duo Natalie Portman – Scarlett Johansson su tutti, con lieve preferenza per la prima, ma solo per il suo ruolo di grande calcolatrice, rispetto a quello di donna brava e di sani principi della seconda.
A livello tecnico il film ha molti pregi: le ambientazioni curatissime, dipinte attraverso piani lunghi e lunghissime e panoramiche, come se fossero affreschi, con colori estremamente credibili; costumi lavorati nei minimi particolari, abbinati ad ogni scena e ad ogni luogo, merito della due volte premio oscar Sandy Powell (Shakespeare in Love, The Aviator); angoli di ripresa particolari e insoliti (vista dall’alto, inquadratura da dietro grate, alberi, porte e finestre); colonna sonora perfettamente aderente alle immagini.
Cosa c’è che non va in questo film? Avete mai visto dal vivo una ricostruzione storica? The Other Boleyn Girl (titolo originale del film) è come una ricostruzione storica: il film è una fedele rappresentazione dell’epoca (sedicesimo secolo), ma, a parte il fascino per i dettagli di cui ho parlato prima, a livello di emozioni regala poco (il dramma finale di Anna davanti al suo destino di decapitata) o nulla (le accese discussioni tra i componenti della famiglia Bolena o tra il re e le sue molteplici donne si concludono con tanto fumo e niente arrosto). Se fosse un documentario (non entro in merito alla veridicità dei fatti narrati, perché non sono totalmente ferrato in materia) si potrebbe anche accettare il mancato coinvolgimento del pubblico, ma essendo fiction, oltre alla cura della forma, la pellicola avrebbe dovuto dare maggior attenzione anche al contenuto.
Concludendo: consigliato agli amanti dei film (e delle serie, come The Tudors) storici, anche in assenza di battaglie e a tutti coloro che non cercano forti emozioni o grandi colpi di scena, ma si accontentano (si fa per dire) di un’ottima prova recitativa unità ad una notevole cura del particolare. Se non amate i film lenti, non prendetelo minimamente in considerazione.

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