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Recensione: Grande grosso e Verdone – E’ nuovamente Verdone!

Carlo Verdone torna, a distanza di due anni, con Grande grosso e Verdone, che non sarà un capolavoro, ma, lasciatemelo dire, piace e diverte!
Grande grosso e Verdone, che ha letteralmente invaso l’italia (più di 800 copie distribuite), è un film di due ore, che attraverso tre episodi, vuole raccontare (e ci riesce molto bene) la storia di altrettante famiglie e soffermandosi sulla mancanza di comunicazione tra i componenti.
Nel primo episodio, un boy scout, Leo (Carlo Verdone) deve rinunciare alla gita con moglie (Geppi Cucciari) e figli, per preparare il funerale della mamma, improvvisamente venuta a mancare a causa di un attacco cardiaco. Alle prese con un funzionario delle pompe funebri invadente e schizzato (un grande Massimo Marino), un fratello insopportabile che vive in Australia e si ricorda della madre solo per l’eredità e tutte le pratiche burocratiche da espletare, la famiglia Nuvolone, molto semplice e dignitosa, rimarrà unita (splendidi i figli che parlano come il padre) e porterà a termine la missione.


Nel secondo episodio, Callisto Cagnato (Carlo Verdone) è un professore universitario, che opprime il figlio programmandogli tutta la sua vita, compreso il primo rapporto con l’altro sesso.Callisto, il classico perbenista che predica bene e razzola male (ha paura di farsi vedere in rapporti occasionali con prostitute), un giorno, conosce una ragazza che pensa essere quella giusta per il figlio e combina l’incontro tra i due. La ragazza sarà la valvola di sfogo del povero ragazzo, a tal punto di organizzare l’assassinio del vecchio professore, per liberare entrambi dalla sua presenza insopportabile. Finale a sorpresa. Bellissimo il ruolo della governante.
Nel terzo episodio, due coatti ripuliti Moreno e Enza(Carlo Verdone e Claudia Gerini), con figlio appresso, dopo aver perso interesse l’un per l’altro, decidono, su consiglio del loro analista di andare a farsi una vacanza a Taormina per potersi riconciliare e sistemare il burrascoso rapporto con il figlio. Proprio quando entrambi penseranno di poter ritrovare la felicità, frequentando qualcun altro, la coppia si riavvicinerà.
Carlo Verdone recupera i personaggi usati in Un sacco bello, Rosso bianco Verdone e Viaggi di Nozze e li manipola, inserendoli nel nuovo millenio, più cresciuti, ma non per questo più maturi, descrivendoci persone fuori posto in un’epoca dove l’apparenza è tutto e l’umiltà è sinonimo di inferiorità. Non è così e lo capiscono anche i protagonisti delle tre storie: Leo, non ha i soldi per il funerale della mamma, ma non pensa allla bella figura che potrebbe fare con una bara di qualità, quanto a dare la degna sepoltura alla cara defunta; Callisto è un bigotto, che bada solo all’apparenza a tal punto da non vedere la realtà (l’odio della gente che gli sta intorno), fino a quando vicino alla morte non riesce a riassaporare il piacere della vita; Moreno confonde la cultura con l’apparenza, scoprendo a proprie spese l’errore fatto; peggio fa Enza, che credendo ciecamente ai reality e all’immagine che danno ad uno dei partecipanti (Roberto Farnesi) è pronta ad innamorarsi.
Concludendo: Verdone torna al suo vecchio stile, ma non copia, anzi, complice la sua maturata esperienza, lo rende più elaborato e accattivante a tal punto, da regalarci, con Grande grosso e Verdone, il suo film più bello negli ultimi dieci anni.

7 commenti su “Recensione: Grande grosso e Verdone – E’ nuovamente Verdone!”

  1. Concordo pienamente, il film a me è piaciuto molto, soprattutto perchè si incentra su storie familiari che ho sentito attuali e in qualche modo più vicine…

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  2. Lungo, forse troppo. Personalmente mi è piaciuto il personaggio della storia centrale. Non mi ha particolarmente entusiasmato ma sicuramente è uno dei film più belli che ho visto ultimamente nelle sale.

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  3. Carlo Verdone riesce benissimo nell’estrarre il dna dei suoi personaggi piu amati e metterlo in contatto con la realtà di oggi e in relazione con figli e mogli.In questi personaggi rimescola il candore con il volgare e lo fa molto bene.Irresistibile performance di Massimo Marino (presentatore porcino) nel ruolo del funzionario di pompe funebri…La Gerini in ottima forma coatta(A Moreno te la posso di una cosa … non fa lo stronzo!!).Si può dire che Verdone mescola comicità e umorismo nero, fa ridere e ci lascia pensare.

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