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Recensione: Feel the noise

Robby (Omarion Grandberry) è un rapper newyorkese dilettante che sogna di fare il salto di qualità, firmando un contratto discografico. Per iscriversi ad un concorso che mette in palio proprio un contratto, lui ruba i cerchioni a chi non dovrebbe e il locale dove si esibisce diventa come i saloon di una volta, con le pallottole che fischiano nell’aria.
La madre decide di mandare il ragazzo a Puerto Rico da Rob (Giancarlo Esposito), il padre musicista, di cui non era a conoscenza dell’esistenza, per proteggerlo da ulteriori eccessi di violenza. Nella sua nuova vita Robby conosce il fratellastro Javi (Victor Rasuk), bravissimo compositore di Reggaeton, che lo introduce nell’ambiente e che gli compone le basi, e la bella CC (Zulay Henao), di cui si innamora, che sogna di andare a studiare a New York per diventare una ballerina professionista.
La loro bravura viene presto notata da un produttore, che li porta nella Grande Mela. La situazione non è così semplice: i protagonisti devono scegliere se scendere a compromessi per arrivare al successo oppure tentare di sfondare per conto loro.


Feel The Noise, il film dell’argentino Alejandro Chomski, prodotto da Jennifer Lopez, è un piacevole spot pubblicitario al raggaeton, genere musicale sempre più in voga, portatore del messaggio di un movimento culturale che si sta diffondendo in tutto il mondo.
La pellicola, dalla storia lineare, con personaggi stereotipati al 100% (il rapper è rapper fino al midollo, tanto che il protagonista è realmente un cantante affermato), tratta i consueti temi dell’importanza della famiglia, dell’amore e dell’amicizia e del bisogno di aver fiducia in se stessi, come già tanti altri titoli hanno fatto in passato, ma a suo favore c’è la colonna sonora, impregnata dall’inizio alla fine di quel raggaeton tanto sensuale che sta facendosi strada nelle nostre discoteche.
La trama, dicevamo, non colpisce per la sua novità, ma in un film videoclip, dove l’immagine deve essere di supporto alle tracce musicali, la storia d’amore del protagonista e la sua voglia di sfondare, arricchiti dai classici problemi di strada, qualche momento drammatico appena abbozzato (il pestaggio subito dalla matrigna di Robby, che si conclude nel giro di cinque minuti) sono più che sufficienti a supportare le scene di ballo e le prove del cantante.
Nemmeno i personaggi si discostano dai cliché, che vogliono CC classica ragazza bella e ingenua, ma non facile, Vico C (Luis Lozada), il suo ex, cattivo fino a sembrare stupido (glielo spiegano pestandolo anche gli abitanti del quartiere) e Javi il classico fratellastro che ha avuto più dell’altro.
Concludendo: per un film che deve raccontare alcuni valori positivi della filosofia raggaeton (giustizia, lealtà, forza di volontà, impegno alla denuncia del disagio sociale), nonché quelli della sua produttrice (i luoghi narrati son cari a Jennifer Lopez), quello messo in mostra basta per risultare piacevole. Non sarà un capolavoro, ma con una colonna sonora del genere dalla sua parte, riesce a farsi vedere e apprezzare, anche nella sua banalità, per tutta la sua durata.
Consigliato agli amanti di film giovanili o per chi conosce o vuole avvicinarsi al mondo del rap e del reggae ton.

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