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Sanremo 2012: Luca e Paolo: “112 euro di canone Rai per vedere Giletti?” – Video

Ad aprire la diretta della 62esima edizione di Sanremo sono stati, come previsto, Luca e Paolo. Il duo comico, dopo il ricordo di Ti sputtanerò dell’anno scorso, hanno cantato sulle note di Uomini soli, brano sanremese dei Pooh, ribattezzato Comici soli. Al centro della parodia la fine del governo Berlusconi e la crisi della satira. Tra i versi cantati, anche uno dedicato all’ex ministro Mara Carfagna:

Non si può fare satira davvero senza la Carfagna al ministero.

Ed ancora, dove “lui” equivale a Berlusconi:

Ma che fine farà la mia comicità se si è dimesso lui.

Dopo il prologo cantato, gli ex conduttori de Le Iene, hanno divertito con un pezzo in cui hanno tirato in ballo anche Roberto Benigni e la sua retorica esaltazione dell’Inno di Mameli e di Dante Alighieri per poi prendere in giro il cambiamento dell’Italia. Dall’aumento del canone a quello dell’Iva, fino alla lotta contro l’evasione fiscale.

– Hai pagato il Servizio pubblico?

– Si paga il cesso ora? 112 euro per vedere Giletti?

Dopo aver intonato il Va pensiero, con testo ancora una volta orientato a Silvio Berlusconi, Luca e Paolo hanno simulato un silenzio alla Celentano.

Dopo aver scritto alla lavagna un messaggio proprio per il Molleggiato (Caro Adriano, avevi torto, la foca ha rovinato il Paese“), è stato annunciato Gianni Morandi. Con il quale i due comici hanno scherzato sull’assenza di Ivana Mrazova e non hanno mancato di sottolineare che sulle altre reti tv “non c’è un cazzo”. Poi il via vero e proprio al Festival.

 

 

 

2 commenti su “Sanremo 2012: Luca e Paolo: “112 euro di canone Rai per vedere Giletti?” – Video”

  1. Per fare il Festival di Sanremo è proprio il caso di dire tutte quelle volgarità.
    Un pochino di raffinatezza in più nelle parole forse sarebbe meglio. A Sanremo le parolacce non erano consentite……… adesso VA BENE TUTTO…. Che schifezza!
    Rimane soltanto da vedere la trasmissione di Giletti la domenica, meno male.

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  2. Se la TV di stato, che dovrebbe avere il ruolo di educale civilmente ai valori e alle buone maniere, porta in casa la feccia del linguaggio, ci meravigliamo poi se a forza di trascendere si arriva alla nausea e non se ne può veramente più? C’è per caso in giro qualche Raimondo Vianello che ci faccia ridere o sorridere con un po’ di classe?

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