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Quarto Grado, Caso Yara: interrogato albergatore bergamasco

Nella puntata di Quarto Grado del 22 novembre si è tornato a parlare del Caso di Yara Gambirasio. In particolare, sono state trovate delle tracce sul corpo della piccola che non sono di traccia animale e non appartengono neanche alla giovane. In procura, qualche giorno fa, è stato interrogato un giovane albergatore bergamasco.

A quasi tre anni dalla scomparsa di Yara Gambirasio, le indagini non si arrestano. Nella Procura di Bergamo, gli inquirenti hanno interrogato per oltre due ore un giovane bergamasco. L’uomo, un albergatore originario di un paese che dista cinque chilometri da Brembate di Sopra, non era mai stato sentito dagli investigatori né era mai stato sottoposto al prelievo del Dna.

 

Nella puntata di Quarto Grado è stato specificato che il giovane non è formalmente indagato, ma su di lui sono in corso ulteriori accertamenti. Ai microfoni di “Quarto Grado” ha dichiarato di avere alcuni amici il cui Dna è stato confrontato con quello dell’assassino di Yara (“Ignoto 1”). L’inviato riporta inoltre, che il ragazzo ha dovuto rispondere anche a domande su suoi conoscenti impiegati – ai tempi della scomparsa di Yara – nei lavori di costruzione del centro commerciale di Mapello.

 

La trasmissione ha scelato, inoltre, che tra i numerosi capelli, peli e tessuti epiteliali repertati sul corpo di Yara Gambirasio nel campo di Chignolo d’Isola, alcuni non appartengono alla giovane né sono di origine animale. I reperti saranno ora ulteriormente analizzati per tentare di risalire ai gruppi etnici di appartenenza e, se lo stato di conservazione lo permetterà, all’individuazione di precisi profili genetici.

Il professor Fabio Buzzi, direttore del Dipartimento di Pavia, all’inviato di “Quarto Grado” ha però posto il problema di costi: l’analisi di ogni singolo reperto costa circa 100 euro e i reperti sono migliaia.

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