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Fatti in TiVù | Addio a Philip Seymour Hoffman, Gazebo va male, Woody Allen risponde alle accuse di abusi sessuali

In queste ore il web e Hollywood piangono la scomparsa prematura di Philip Seymour Hoffman, uno degli attori più talentuosi che il cinema ci abbia regalato.

Aveva 46 anni ed è stato trovato morto nel suo appartamento di Manhattan, probabilmente a causa di un’overdose di eroina. L’attore aveva già avuto problemi in passato, nel maggio dello scorso anno era stato in un centro di recupero, i soccorsi lo hanno trovato con un ago nel braccio. Premio Oscar per “Capote” e Coppa Volpi per “The Master”, Hoffman è stato un grandissimo attore ma non è riuscito a vincere la battaglia più importante della sua vita.

Rimanendo sempre a Hollywood, Woody Allen è stato accusato da Dylan Farrow, la figlioccia ha raccontato di aver subìto abusi sessuali all’età di 7 anni, all’epoca in cui il regista stava con Mia Farrow e scoppiò lo scandalo quando decise di lasciarla per un’altra figlia adottiva, Soon Yi-Previn, che tutt’oggi è sua moglie. Woody Allen ha replicato alle accuse, definendole false e scandalose:

È tragico che una storia inventata da un’amante vendicativa torni a galla dopo 20 anni e dopo che le autorità indipendenti l’hanno esaminata e respinta. La responsabilità della sofferenza di Dylan non è né di Allen né della stessa Dylan.

Dal cinema passiamo alla tv e a Gazebo, programma che va in onda su Rai 3 in seconda serata ma che non sembra andare affatto bene. Zoro e Makkox saranno degli ottimi professionisti ma probabilmente non hanno avuto il giusto effetto tra i telespettatori, forse perché il programma stesso non è impostato correttamente: tra le vignette e i tweet, che sono già visti in tempo reale da chi vive il web in prima persona (quindi tutti ormai), è risultato un programma poco interessante, che ha uno share basso e di “strascico”, cioè comprende gli spettatori che stavano seguendo il programma precedente.

Dalla tv invece passiamo a fatti bizzarri: Bill Standley era un uomo di 84 innamoratissimo della sua Harley Davidson, al punto che ha deciso di farsi seppellire con la sua moto. Il risultato è alquanto singolare, è stato imbalsamato sulla moto dentro una bara di plexiglass. In questo caso non vale nemmeno la formula “finché morte non ci separi”.

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