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Alpha è il nuovo film in uscita che farà molto parlare di sé

Julia Ducournau, la regista già Palma d’Oro con il controverso Titane, torna a far parlare di sé a Cannes 2025 con il suo ultimo lavoro, Alpha. Abbandonando le vette della fantasia estrema di Titane, dove una donna rimaneva incinta di un’automobile, Ducournau si muove in un territorio meno surreale ma pur sempre lontano dal realismo, immergendo lo spettatore in un’atmosfera sospesa tra l’inquietudine e il grottesco.

Alpha

Cosa sappiamo sull’uscita del film Alpha

Alpha è ambientato negli anni ’80 e segue la storia di una tredicenne perennemente alle prese con emorragie inspiegabili, in una società paralizzata dalla paura del sangue. Questo timore è alimentato da un’epidemia mortale che si diffonde attraverso il sangue e la saliva, trasformando progressivamente gli infetti in figure di marmo, fino alla loro completa pietrificazione e morte.

Sebbene non sia mai esplicitamente nominata, l’allegoria all’AIDS è evidente, e l’immagine dei corpi che si “marmorizzano” avvicinandosi alla morte è di una potenza visiva sconvolgente, un elemento che permea l’intero film. La trama si snoda nell’arco di due settimane cruciali. La protagonista, in seguito a una festa, si ritrova tatuata contro la sua volontà con un ago di provenienza incerta.

La madre, una delle poche dottoresse coraggiose che continuano a lavorare negli ospedali, comprende immediatamente il rischio di infezione della figlia, ma i test richiedono tempo. In questo lasso di tempo, fa ritorno anche lo zio della ragazza, fratello della madre, alle prese con gravi problemi di tossicodipendenza. La coincidenza non è casuale, e la sua presenza aggiunge un ulteriore strato di tensione alla narrazione. Il film si sviluppa su due binari paralleli e interconnessi: da un lato, la figlia che sanguina incessantemente, scatenando repulsione e panico; dall’altro, la madre, strenuamente impegnata a salvare la figlia e, soprattutto, a impedire la morte del fratello.

Ducournau non si smentisce, regalando un film di un’intensità rara, immerso in un’atmosfera furiosa, ipercolorata e senza tregua. Le scene in cui Golshifteh Farahani, nel ruolo della madre, cerca di rianimare il fratello in overdose, sono tra le più potenti. La sua determinazione e forza fisica sono palpabili, quasi “contagiose”, mentre tenta di strappare il fratello alla morte con massaggi cardiaci e urla disperate. Un momento epico si consuma durante una riunione familiare, con la madre che lotta per la vita del fratello in una stanza chiusa, mentre in salotto si consuma un pasto apparentemente normale.

Il mondo di Alpha non è mai mostrato oggettivamente, ma sempre attraverso la percezione distorta e viscerale dei personaggi. Una semplice passeggiata della protagonista su una passerella esterna diventa un delirio di vento e instabilità, poiché la ragazza soffre di vertigini. In altre scene, strade e macchine sono coperte da una polvere arancione che emana dai corpi marmorei degli infetti, quasi a simboleggiare che il morbo si è posato ovunque, permeando ogni cosa.

Ducournau non nasconde le sue influenze, definendosi apertamente “figlia” di David Cronenberg e Shinya Tsukamoto. Ma se in passato film di questo genere erano relegati al solo genere horror, oggi, nelle mani di Ducournau, si elevano a opere d’autore pure, capaci di esplorare le profondità dell’animo umano attraverso la deformazione e la metamorfosi del corpo.

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