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Chi vuol essere milionario, l’inutile agonia di un game show ormai morto

 Hanno tentato di tutto per riavvivare un game show pronto per una meritata pensione. Prima l’aggiunta del quarto aiutino, poi la versione flash senza suggerimenti e tempo limitato, adesso si punta sull’introduzione di una zona safe a discrezione del concorrente, senza alcun particolare risvolto sul meccanismo del gioco.

La macchina di Chi vuol essere milionario sembra piuttosto arrugginita ed ha bisogno di un’oliata piuttosto incisiva nel tentativo di ricreare la suspence (che dura il tempo della scelta del traguardo) e partecipazione attiva dei telespettatori come nelle prime edizioni. Non basta la verve e simpatia contagiosa di Gerry Scotti ed il clima familiare percepito oltre gli schermi, a rinnovare un format che, sinceramente, ha stancato e perso di imprevedibilità (merito anche degli eccessivi break pubblicitari).

Di fronte ad un programma dove gli accorgimenti risultano inutili, la soluzione più gusta (e forse sensata) sarebbe quella di pensare ad un preserale completamente rinnovato, magari con un nuovo conduttore. O perchè no rispolverare dalle cantine Mediaset vecchi quiz, accontentando le voglie vintage dei telespettatori. Con questi scenari alquanto apocalittici per Canale 5, Carlo Conti (confermato al timone de L’eredità) avrà vita facile per aggiudicarsi la gara degli ascolti.

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1 commento su “Chi vuol essere milionario, l’inutile agonia di un game show ormai morto”

  1. ormai fa proprio schifo il Milionario….non vince più nessuno il milione, ma tutti si accontentano di cifrette come quindicimila o diecimila…e allora che bello è? Bisognerebbe pensare più allo spettacolo, non al mutuo dei concorrenti.

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