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Primeval – Ritornano i lucertoloni giurassici

 

Jurassic Park? Surface? Stargate? No Primeval!

Un gruppo di studiosi di zoologia capitanati da Nick Cutter deve indagare su una moltitudine di apparizioni di animali preistorici apparentemente istinti, ma di fatto ricomparse in Inghilterra. Ovviamente il governo arruola un team di esperti (il professor Cutter, il suo assistente Stephen Hart, la zoologa Abbyb Maitland e il paleontologo Connor Temple) e chiede che tutto rimanga segreto.

A rendere la situazione ancora più intricata, una porta spaziotemporale elettromagnetica o qualcosa di simile ad uno stargate, che porta in un mondo parallelo abitato dagli animali sopracitati e già visitato dall’uomo, e la ricerca della moglie del professor Cutter, data per dispersa da anni, di cui nel primo episodio si ritrova la macchina fotografica nell’universo parallelo.


Prodotta dalla BBC e andate in onda le prime 2 puntate su Jimmy il 28 dicembre, Primeval è una miniserie di sei puntate molto piacevole da guardare e con tutti i presupposti per essere avvincente: una trama affascinante fatta di mistero e zoologia, un cast ben assortito e a prima vista ben delineato, effetti speciali veramente di alti livelli per essere una serie televisiva, basti pensare che il team curatore degli effetti è quello che ha creato quelli di X-Men Conflitto finale, Harry Potter e il Calice di fuoco, V per vendetta (solo per fare alcuni nomi).

L’unica cosa che non mi è particolarmente piaciuta, è qualche scena di intermezzo ironico/comico, o di dialogo stupido, che serve a spezzare un po’ la storia principale e occupare a livello sonoro le camminate nei boschi che sennò rimarrebbero senza dialogo.

In conclusione: il mix fra Jurassic Park (le creature, sviluppate da esseri veramente esistenti e poi particolarizzate per renderli più inquietanti e feroci, ricordano quelle dei film tratti dal romanzo di Michael Crichton), Surface (serie Tv di scarso successo che raccontava di mostri marini simili a Rex il protagonista del primo episodio) e Stargate (il portale spazio-tempo) sembra a mio avviso aver dato ottimi risultati.

Se la serie, uscita a Febbraio 2007 in Inghilterra, riuscirà a mantenere il ritmo del primo episodio e a tenere incollato alla sedia lo spettatore con i suoi effetti speciali e i suoi misteri, allora solo sei episodi saranno pochi e dovremo sperare in una seconda serie. Se così non fosse, non ritengo comunque sprecato il tempo impiegato alla visione di Primeval.

Mi preme di porvi un ultima domanda: perché in Italia non ci proviamo mai a creare serie televisive che abbiano uno spessore almeno pari a una serie straniera? Se si continua di questo passo sarà facile dare ragione a chi pensa che noi italiani ormai non abbiamo più la fantasia che ci ha sempre contraddistinto.

Per ora io non voglio crederci e spero che qualcuno crei qualche serie che supporti la mia tesi.

12 commenti su “Primeval – Ritornano i lucertoloni giurassici”

  1. Viva i Revivals: sentivamo profondamente la mancanza di indiana jones. per rispondere alla domanda: tutte le cose ambientate in italia sono patetiche, e poi chi ci fareste recitare? Scramaccio? Panariello? Claudio Amendola?????? per cortesia

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  2. Effettivamente il panorama Italiano non è entusiasmante, ma se si cercasse a fondo una decina di buoni attori si potrebbero trovare no?

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  3. Ho visto la prima puntata e sinceramente si prospetta un bel telefilm.Bel cast!
    La serie è avvincente e veloce, un’incrocio tra Relic hunter, Il giovane Indiana Jones e Surface.
    Per ora i miei complimenti!

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  4. Vorrei spezzare una lancia a favore di Surface che Odello giudica una serie di poco successo minimizzandone la reale bellezza. Sicuramente non ha ricevuto ne la promozione ne gli ascolti, ma a mio parere poteva avere maggior risalto.
    La storia sulla scia di X-files racconta un’invasione di mostri marini creati ………. evito di raccontarlo per chi non l’avesse visto.
    La trama è interessante e gli attori mi sono piaciuti. Molto Lake Bell dopo averla vista su Boston Legal.
    Peccato che la prima serie non abbia un seguito lasciando lo spettatore nel dubbio più atroce…………..dove finiscono i treni?
    Vi consiglio di vedere Surface.

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  5. Caro Valerio,
    non ho mai definito io Surface una serie di poco successo minimizzandone la reale bellezza, ma ho semplicemente riportato un risoltato oggettivo che ha visto chiudere surface anzitempo per scarso successo di pubblico.
    Se vuoi sapere la mia opinione, così non mi attribuisci frasi infelici, posso dirti che a me Surface è piaciuta molto e ho idea che una seconda serie l’avrebbe soltanto che confermata nella sua qualità.
    Purtroppo negli States o fai commedie, o fai film d’azione, ma non puoi mettere in mezzo creature aliene con un unico filone narrativo (ad esempio Invasion) perché non le seguono.
    Peccato sia per Surface che per Invasion.
    Ciao!

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  6. Gentile Diego,
    ti ringrazio per la risposta. Molto probabilmente ho travisato il tuo commento su Surface, sbagliando.
    Non capisco come mai negli States alcune series non abbiano successo pur avendo un pathos narrativo e con attori ben integrati nel personaggio sul genere Surface.
    Il mio rammarico rimane più su Surface che su Invasion. A mio parere Surface al di la di ogni ragionvole dubbio non ha avuto un notevole riscontro di pubblico in relazione ai budgets utilizzati per la produzione, questa è la regola di mercato/marketing che permette ad una serie rispetto ad un’altra di continuare, ma mi chiedo le regole degli States possono influenzare una serie senza tener conto del riscontro Europeo e/o mondiale?
    Ciao
    Valerio

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  7. Ciao Valerio,
    provo a risponderti velocemente: il mercato americano serve a coprire i costi di produzione, mentre quello estero a guadagnare. Probabilmente non vedendo un valido riscontro in patria, non vogliono rischiare.
    A differenza dei cartoni animati giapponesi che vengono prodotti puntando principalmente al mercato estero, le serie televisive americane sono fatte prima per loro, poi per l’estero.
    Spero di essere stato esauriente.
    A presto!

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