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Televisione: Tg d’informazione o di promozione?

 

Parlando di televisione non è possibile chiudere gli occhi su una realtà che personalmente ritengo preoccupante: la trasformazione dei telegiornali in Show a scapito dell’informazione.

Leggendo i dati auditel (e già fa riflettere che anche l’informazione venga valutata attraverso dei dati che possono essere di interesse prettamente commerciale), si scopre che nel 2007 il Tg1 ha vinto in ogni sua edizione la gara con il Tg5.

Se avete voglia di perdere tempo ad analizzare quale sia il target di pubblico che preferisce un telegiornale anziché un altro non continuate a leggere questo post. Se invece avete curiosità e voglia di commentare le mie riflessioni andate avanti a leggere.


Il valzer dei direttori delle testate giornalistiche non ha portato informazione, ma a mio modesto parere, omologazione. Una volta si parlava di mezzibusti e di inviati (o addirittura solo di mezzibusti, perché gli inviati non avevano voce), ora quasi di showman, attenti al trucco, in piedi davanti alle telecamere, che fanno da spalla ai vari conduttori di programmi che seguiranno alla loro edizione del telegiornali o nel caso degli inviati, di persone che sempre più spesso cercano di farsi riprendere in volto e che se intervistano qualcuno, ad esempio il famigliare di una vittima, enfatizzano il dolore e pongono domande stupide e retoriche.

Un’informazione fatto di scoop, gossip e cronaca nera, non è utile al cittadino , non informa, ma disinforma.

Non mi ricordo, nella mia breve vita, che nessuno mi abbia mai detto di guardare il telegiornale perché è bello e divertente, ma sempre e solo per informarmi.

Oggi se guardi Studio Aperto, sai che troverai un infinità di tette e culi e un po’ di spot promozionali ai programmi Mediaset, che si alternano alle notizie di morti, di rapine, alla notizia che il governo rischia grosso (potrebbero dare la notizia quando il governo cade realmente o bisogna vivere nell’incertezza per una legislatura intera? Non si potrebbe parlare di ciò che il governo fa o non fa per il cittadino realmente?) o che il Leader dell’opposizione è stato in tal posto (cosa mi può interessare? Non ci sono notizie più importanti?)

Se guardiamo Tg1 o Tg5, troviamo gli stessi argomenti trattati anche da Studio Aperto con meno interesse per i culi e le tette e più interessi per ciò che dice il Papa o la chiesa.

Una volta una persona si poteva lamentare del Tg4 di Fede perché di parte o del Tg3 perché di parte opposta. Oggi è quasi diventata una piacevole sicurezza, perché almeno sai che loro la pensano in un modo quando scelgono di dare o non dare certe notizie, sai già l’attendibilità delle fonti.

Non mi sento in grado di giudicare l’operato del Tg2, perché non l’ho seguito con attenzione così spesso, così come non posso parlarvi di quello di La7 o di quelli locali. Quello che vedo però è deprimente e mi auguro che con l’anno nuovo ci sia un rinnovato modo di fare giornalismo (magari dopo il V-Day di Beppe Grillo, il 25 Aprile) e che si possa tornare a dire che il telegiornale è un mezzo di informazione e non di promozione. Sembra che la libertà di stampa sia tornata in Italia (in confronto al 2006), però la censura si può avere anche riempiendo di mille informazioni inutili lo spettatore. Vigiliamo!

Concludo come sempre con i consigli per lo spettatore: se potete utilizzate internet per l’informazione e durante i Tg cambiate canale. Lasciamo a loro la possibilità di scegliere se modificare il loro registro oppure se vogliono commentare le news tra di loro.

4 commenti su “Televisione: Tg d’informazione o di promozione?”

  1. Apparte che ho sempre detto e affermato che studio aperto è un’inserto di verissimo, e comunque da quando il duce dimezzato ha cambiato un po’ di direttori, l’unico serio era il tg5. purtroppo ultimamente anche quest’ultima spiaggia è stata colonizzata dagli abusivi di studio aperto, quindi non resta che dire VIVA il Gossip

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  2. E’ l’infotainment: information+entertainment. L’informazione che non intrattiene non si può spendere in TV. Tutto è fiction, anche i morti ammazzati.

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