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Rai: dall’Auditel al Qualitel

Il corpo a corpo mediatico che da anni vede protagoniste Rai e Mediaset, potrebbe essere giunto ad un punto di svolta. Se da un lato il direttore di Canale 5, Massimo Donelli, in un’intervista pubblicata da Italia Oggi, stigmatizza la guerra dell’audience tra i due colossi televisivi, definendola una trovata giornalistica: “Non esiste nessuna forma di competizione tra Raiuno e Canale 5.” Aggiungendo poi però:”Nel target 15-64 anni siamo leader assoluti.” Dall’altro la tv di Stato annuncia un interessante provvedimento che potrebbe farle riconquistare il ruolo di servizio pubblico che in molti ritenevano avesse ormai perso.

A partire da aprile, come annuncia il quotidiano La Repubblica, arriva il Qualitel. Un istituto specializzato in sondaggi, ogni giorno si prenderà l’incarico di intervistare migliaia di italiani, per “tastare loro il polso” in fatto di gradimento verso i programmi trasmessi la sera prima dalla Rai, con particolare attenzione verso quelli proposti nella fascia che va dalle 20 a mezzanotte, ritenuta la più importante. In una scala che va da uno a cento, ogni intervistato esprimerà un parere su ciò che ha seguito e saranno considerati rilevanti, anche i dati forniti da coloro che la tv non la accendono affatto.

I dati ricavati dalle indagini demoscopiche non saranno lettera morta, ma verranno comunicati il giorno dopo all’ora di pranzo, mettendo a nudo le pecche nella programmazione del giorno precedente. E’ una prima risposta che viale Mazzini vuole dare, alle numerose polemiche a cui è andata incontro in questi ultimi tempi, da parte di chi con toni sempre più accesi puntava il dito verso una Rai asservita alle esigenze di una tv commerciale, ben lontana da quella che anni fa primeggiava in fatto di creatività e inventiva, leader nella realizzazione di nuove idee per la televisione.


La fabbrica dei format, ha reso negli ultimi anni la Rai, incline all’acquisto da altri di quei programmi che una volta essa stessa ideava, grazie ad una formidabile fucìna di autori. Il recente acquisto di Endemol da parte di Mediaset, ha fatto in modo che si venisse a creare per la tv di Stato un singolare caso in cui il diretto concorrente diviene punto riferimento per i propri palinsesti attuali e futuri.

Come si colloca in tutto questo il Qualitel? Diventa uno strumento d’opinione, dove il parere dello spettatore reso marginale dalle ottiche commerciali, riassume una certa rilevanza e diviene una spia del prodotto offerto, che ne confermi o neghi la qualità. Non solo, dovrebbe fungere da pungolo alla nascita di nuovi programmi che non siano una emerita scopiazzatura di cose già viste. Il condizionale e d’obbligo e la domanda nasce spontanea: sarà davvero cosi? E i dati emessi dal Qualitel saranno reali o filtrati? Non rimane che attendere il via a questa interessante iniziativa, sperando che sia solo l’inizio di un rilancio dell’azienda di viale Mazzini.

2 commenti su “Rai: dall’Auditel al Qualitel”

  1. Dico solo che è una grande stupidata. Evviva l’assenza di serietà. Una selezione di italiani valuterà la qualità? Domanda: quale è la taratura del qualitel? Quale è il programma di qualità medio su cui basere poi le proprie opinioni?

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